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Jeff Buckley: il manager racconta gli ultimi giorni prima della morte

«Voleva comprare una casa che non era in vendita. Voleva comprare una macchina che non era in vendita» ha raccontato il manager Dave Lory, che a fine maggio pubblicherà un libro di memorie sul cantante.

«Si comportava in modo irregolare» ha raccontato il manager di Jeff Buckley, Dave Lory, parlando degli ultimi giorni del cantante. Il 29 maggio 1997 il cantautore, allora appena 30enne, venne trovato senza vita nel Mississippi, fiume in cui si era immerso volontariamente alcuni giorni prima.

«Voleva comprare una casa che non era in vendita. Voleva comprare una macchina che non era in vendita. Ha chiesto a Joan [la fidanzata] di sposarlo» ha proseguito il manager ai microfoni della radio pubblica americana. «Ha fatto pure un colloquio per fare il custode di farfalle allo Zoo di Memphis: un sacco di cose strane che non erano da lui. Penso che mirasse a sistemarsi. Voleva una vita normale.»

La copertina del libro

Le memorie di Lory sul suo rapporto con Jeff Buckley sono racchiuse nel libro Jeff Buckley: From Hallelujah To The Last Goodbye, in uscita il 29 maggio. Probabilmente, sia nel libro che nell’intervista radiofonica, il culmine viene raggiunto dal racconto di quando, nel cuore della notte, Lory viene svegliato dalla telefonata che gli comunica la morte del cantante.

«Erano le 5:58 di mattina, non dimenticherò mai l’ora. Ero a Dublino, quindi dovevano essere quasi l’una a New York e tipo mezzanotte a Memphis. Mi si è gelato il sangue. Mi sembrava un brutto sogno. Mi è caduto il telefono dalle mani, non sapevo cosa fare. Meno male che all’epoca non c’era internet, altrimenti l’avrebbero twittato ovunque in un lampo. Ero rintontito. Apatico e rintontito.»

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