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“J-Ax e Fedez arrestati per cocaina”: era una fake news, ma la procura chiede l’archiviazione

L'articolo era stato confezionato nel 2017 dal "Re delle bufale" e pubblicato su un sito ambiguo che richiamava la nostra testata. Gli avvocati dei musicisti si oppongono: «Disinformare non può essere lecito»

Foto: Getty Images

La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per diffamazione che coinvolge uno dei più famosi fabbricanti di fake news online in Italia. Si tratta di un “articolo” che riportava un falso arresto di J-Ax e Fedez per possesso di cocaina. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il sostituto procuratore Isabella Samek Lodovici afferma che il reato è oggettivamente configurabile, ma che l’autore non è punibile penalmente perché la bufala «si colloca nel contesto della disinformazione che spesso caratterizza l’ambito delle notizie dedicate al cosiddetto gossip con la spettacolarizzazione del pettegolezzo» e perché la sua lunga attività da disinformatore non lo rende credibile. Quello che è successo, però, può comunque giustificare «il diritto al risarcimento del danno in sede civile».

La “notizia” aveva il seguente titolo: “J-Ax e Fedez arrestati con 28 grammi di cocaina nella macchina” e naturalmente fece il giro del web e dei social, con annesso strascico di invettive tra i commenti nei confronti dei due cantanti. Inoltre, era stato utilizzato un sito dal nome fuorviante per aumentarne la credibilità e che rimandava a questa testata, anche se con Rolling Stone non aveva nulla a che fare.

La vicenda risale all’8 aprile del 2017 e, oltre al titolo, era riportata anche la finta cronaca dell’arresto: i due cantanti che imboccano contromano Via Montenapoleone a Milano, i carabinieri che li fermano e nell’auto trovano la coca, un testimone che afferma che J-Ax e Fedez giurano che la droga non è loro. Una fake news diventata virale in poche ore e che aveva costretto i due artisti a una smentita ufficiale attraverso l’agenzia Ansa e poi a sporgere denuncia per diffamazione.

Sulla richiesta di archiviazione, intanto, si è già opposta la difesa di Fedez, che ha dichiarato che «la disinformazione non può essere considerata lecita». La falsa notizia per loro, proprio perché prodotta in modo «del tutto verosimile», è riuscita a diffondersi a un numero «considerevole» di persone che l’hanno ritenuta credibile: «Comunque, la pubblicazione di notizie false e denigratorie non è mai legittima» hanno aggiunto i legali, viste le «innumerevoli iniziative» a livello nazionale ed europeo a contrasto delle fake news che sono «in grado di influenzare e indirizzare le opinioni, le scelte e le tendenze di una considerevole quantità di persone». Per gli avvocati «a nulla vale che il querelato sia noto come il “Re delle bufale”», perché al momento della pubblicazione «la paternità dell’articolo non era nota» e non può esistere il «diritto alla disinformazione che riguarderebbe tutte le notizie sui cosiddetti vip».

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