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In studio con i Beatles neri

Rispetto alle atmosfere fataliste e autolesioniste del rap contemporaneo, i Rae Sremmurd - con i loro cinque dischi di platino - sono un raggio di sole. Ecco perché

In studio con i Beatles neri

I Rae Sremmurd, foto Peter Yang

Non è una cosa nota, ma pochi mesi fa Slim Jxmmi ha sfondato una staccionata con una Ferrari. «Era bellissima», dice suo fratello, Swae Lee.

«Ho sfidato il traffico», spiega Jxmmi. «Mi sono svegliato da questo party, non mi ricordavo neanche dove avessi messo la maglietta, mi sono infilato nella Ferrari». Poco dopo, ha sbagliato una curva e si è schiantato. «Ho guidato con il paraurti che strisciava per strada», dice. Jxmmi sorride. «Era a noleggio. Ho appena preso la patente, quindi tra poco mi comprerò un po’ di auto». Vuol dire che non aveva la patente quando ha fatto l’incidente? «Puoi fare tutto senza patente», risponde. «Mi hanno fermato una volta a 250 all’ora. Me la sono cavata con un avvertimento. Sremmlife!».

Per i fratelli Rae Sremmurd, Sremmlife è un motto che indica un insieme di feste, brividi, spese folli e, occasionalmente, disastri automobilistici. Se Swae è rilassato, Jxmmi è più selvaggio, più intenso. Tra poco sarà padre, ma questo non sembra averlo rallentato. Puoi sentire le loro personalità nella musica (Swae si insinua con melodie da amante, mentre Jxmmi rappa con rabbia) e le puoi vedere sul palco. Nel 2015, durante il loro set al Governors Ball, Jxmmi è saltato sulla folla, procurandosi un taglio sulla gamba. «Sono un vero stuntman», commenta, mostrando la cicatrice. «Vedevo la carne viva», ricorda. «Ma non sentivo nulla, ero sotto shock».

È il pomeriggio di un giorno di marzo e i Rae Sremmurd stanno finendo il loro prossimo album, Sr3mm. Seguirà il loro maggiore successo – i cinque dischi di platino di Black Beatles del 2016 al primo posto delle classifiche per settimane, colonna sonora del mannequin challenge e approvata anche dallo stesso Paul McCartney, che ha partecipato alla sfida del challenge facendosi riprendere immobile al pianoforte con il pezzo in sottofondo. «L’ho incontrato anni fa al Coachella», dice Swae di Macca. «Non penso che lui conoscesse la nostra musica, ma abbiamo scambiato quattro chiacchiere». Swae è a torso nudo, con dei pantaloncini camo e una collana d’oro e diamanti. Mentre parla, la sua scimmia ragno, Lil G, si accoccola sulla pancia. È costata a Swae 20mila dollari, ha “due o tre mesi” e indossa un pannolone. Ha anche speso 15mila dollari per una scimmia cappuccino, chiamata Naya, che è in giro per la casa. Ama gli animali: «Chi rovina la natura, chi caccia di frodo… Dovrebbe essere eliminato. Sto con la PETA!». In una canzone di Sr3mm rappa, incredibilmente, sul tofu (“whipping up checks like tofu”). «I vegani si esalteranno», dice.

C’è uno squallore di fondo nella maggior parte del rap contemporaneo – un’aria fatalista, autolesionista. Ma i Rae Sremmurd sono un raggio di sole. Celebrano un edonismo senza freni – quello che Swae descrive come «musica da festa con gli amici. Ci chiedono, “Perché non fate canzoni sul dolore?”. E io dico, “Man, è quello che vedi sempre in tv!”. Cerchiamo di avere vibrazioni positive».

I due fratelli sono nati a Tupelo, Mississippi, e descrivono la loro vita come “complicata”: da giovani hanno occupato una casa, senza soldi ma con tanta voglia di fare feste in casa, cercando di sfondare. Quando Mike Will – che ha lavorato con Gucci Mane, Miley e Beyoncé – ha sentito i loro primi lavori, se li è presi sotto l’ala per trasformarli in superstar.

Qui a casa, una magione che costa 12mila dollari al mese, puoi sentire l’odore di erba dal vialetto dove è parcheggiata una Rolls Royce. Lo studio è decorato con un E.T. a grandezza naturale e alcune figurine di Dragon Ball. Swae siede su una sedia girevole, con Lil G che lo abbraccia teneramente. «Non posso vivere senza di lui», dice Swae della scimmia, fumando una canna. Indico uno smoke detector, sorpreso che non funzioni. «Non sapevo ne avessimo uno!», dice. «Deve essere immune al fumo ormai. Oppure anche lui è strafatto!».

L’album è composto di tre dischi – due “solisti” e uno di gruppo. «Il mio lato è più melodico», dice Swae. Jxmmi mi dice che non si sente a suo agio a cantare, quindi esce spesso «sparando», dice, mimando un mitra. Le sue tracce sono secche. Gli ospiti di Sr3mm includono Young Thug, Future, Travis Scott e, addirittura, Zoë Kravitz. «Abbiamo amici in comune», spiega Jxmmi. «Ho scritto io i suoi versi. È una ribelle. Fuma anche con noi».

L’album è stato rimandato qualche volta, ma Jxmmi è impaziente: «Non riesco a dormire». Swae si rivolge a me. «Dirò una cosa forte. Tutti quelli che ci ascolteranno, si renderanno conto che sulla Terra esistono vere rockstar».

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