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Il ritorno di Minacelentano, due giganti in una TV troppo piccola

Ieri sera su Rai 1 è andato in onda lo speciale "Dedicato a Minacelentano", che arriva un mese dopo l'uscita del disco. Ne è valsa la pena? Ovvio che sì

Il ritorno di Minacelentano, due giganti in una TV troppo piccola

Ieri sera è andato in onda su Rai 1 lo speciale Dedicato a Minacelentano. Presentato da Mika, il programma arriva a un mese di distanza dall’uscita de Le Migliori, il secondo album assemblato a quattro mani dalla Tigre e dal Molleggiato dopo l’omonimo Mina Celentano del ’98.

Strategicamente incastrato fra il Tg1 e le selezioni di Sarà Sanremo, il programma ha alternato interventi di personaggi illustri a spezzoni di vecchi sketch di varietà della coppia, risultando tutto sommato fluido e sicuramente più interessante della brutta copia di X-Factor che è venuta dopo. In questo senso, la cover di Ancora Ancora Ancora cantata da un Mika in smoking e accompagnato da un’orchestra è stata mille volte più sanremese della falsa riga del talent show che ha presentato Carlo Conti un’ora più tardi. Si poteva tranquillamente ridurre a un’ora l’anteprima del Festival dei fiori e magari, con qualche spezzone di repertorio in più, raddoppiare la durata dello specialone su Mina e Celentano, riducendo al minimo le comparsate che poco hanno a che fare con la coppia. Una di queste è stata la gag di Fedez e J-Ax. Troppo impostati per riuscire a fare ridere, i due hanno passato in rassegna un po’ di successi di Mina e Celentano, reinterpretandoli in una goffissima chiave rap vecchia scuola, oltretutto in palese playback.

Come ha giustamente fatto notare Loris Biazzetti sul sito del Mina Fan Club, il più grande impiccio in cui sono incappati i registi del programma è stata la difficoltà di raccontare in un’ora di tempo televisivo due figure colossali come Mina e Celentano. Specie quando, per necessità promozionali, bisogna sacrificare i contenuti d’archivio (bellissima la gag di varietà anni Sessanta in cui Celentano chiede se l’acqua nel suo bicchiere sia potabile o meno) mandando invece in onda i video musicali del nuovo disco, di cui uno diretto da Carlo Verdone (simpatico), uno da Ozpetek (manco a dirlo, smielato) e l’ultimo—il rework dance di Prisencolinensinainciusol firmato da Benny Benassi—che riesce nell’impresa impossibile di fare sembrare Roberto Bolle un goffo principiante della danza. Se non altro in quest’ultima clip appare, almeno per una decina di secondi, almeno uno dei due protagonisti della serata: sempre più grigio di capelli, occhiali scuri e con lo stessa smorfia di quando scorrazzava per Via Gluck da adolescente.

Bellissimo invece è stato il contributo di Paolo Conte, che ha rievocato non senza trasporto i tempi in cui scrisse Azzurro, sperando che a cantarla fosse proprio Celentano. «Ancora adesso avrei voglia di provare un’emozione del genere» conclude Conte rendendo comunque giustizia a uno speciale che sarebbe potuto essere più così e meno Fedez & J-Ax. È valsa lo stesso la pena di guardarlo, anche solo per sentire due delle migliori voci della musica leggera cantare All Shook Up di Elvis e poi ridersela di gusto.

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