Rolling Stone Italia

Il processo per il furto dei testi di ‘Hotel California’ degli Eagles si è concluso a sorpresa

La consegna tardiva di 6000 pagine di documenti da parte del team legale di Don Henley ha causato la fine del dibattimento. «Non ci sarebbe mai stato alcun processo se la controparte fosse stata una persona comune e non una celebrità», dicono gli avvocati della difesa
Eagles

Credits: GAB ARCHIVE/REDFERNS

Il processo contro i tre uomini – Glenn Horowitz, Craig Inciardi e Edward Kosinski – accusati di aver rubato le bozze dei testi degli Eagles di Hotel California si è concluso nella giornata di ieri dopo che la pubblica accusa ha deciso di chiudere il caso vista la presentazione di nuove prove potenzialmente «dannose» per l’equità del procedimento giudiziario. Il processo era iniziato a fine febbraio e i tre erano accusati di tentato «possesso, trasporto, stoccaggio e vendita dei manoscritti», oltre che di «fabbricazione di certificati di provenienza, e di aver spacciato tali falsi come reali a terze parti».

La scorsa settimana il team di Don Henley degli Eagles ha rinunciato al segreto professionale che lega avvocato e cliente e ha presentato circa 6000 pagine di materiale e documenti inediti tra cui e-mail di Henley, del manager degli Eagles Irving Azoff e altri membri del team legale. La difesa si è lamentata della tardiva presentazione di tale documentazione mentre l’ufficio del procuratore distrettuale ha comunicato al giudice che l’introduzione tardiva di questo materiale avrebbe compromesso il caso. Il giudice Curtis Farber ha accolto questo punto di vista dicendo che «i testimoni e i loro avvocati» avevano utilizzato il segreto professionale «per offuscare o nascondere informazioni che sarebbero state dannose contro la loro posizione che sosteneva che i testi fossero stati rubati».

L’avvocato di Henley, Daniel M. Petrocelli ha detto a Rolling Stone US che «il segreto professionale è uno dei fondamenti del nostro sistema giuridico e solo in rari casi l’accusa o la difesa dovrebbero rinunciarvi. Henley è di nuovo vittima e farà valere i suoi diritti in sede nei tribunali civili» (quello in corso era un procedimento penale).

Gli avvocati della difesa la pensano diversamente: «Questo caso non sarebbe mai dovuto arrivare a processo. Il procuratore distrettuale è stato sviato dalla fama e ha accettato un processo che non sarebbe mai avvenuto se la controparte fosse stata una persona comune e non una celebrità».

Iscriviti