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Il più grande disastro nella storia della musica

Nel 2008 un incendio distrusse l'archivio della Universal Music Group, che all'epoca minimizzò i danni. Oggi un'inchiesta del New York Times rivela che oltre 500mila brani sono andati persi, tra cui i master originali di Nirvana, Aretha Franklin, Tom Petty e Louis Armstrong

Il più grande disastro nella storia della musica

Malluk/Mediapunch/Shutterstock; Greg Allen/Shutterstock; Invision/AP/Shutterstock

Nirvana, Tom Petty and the Heartbreakers, Aretha Franklin e tanti altri master di leggende delle musica sono stati distrutti durante un incendio del 2008 agli Universal Studios, come riportato da un’inchiesta del New York Times. Al momento, infatti, sembra siano andati perduti decenni di registrazioni, materiale dal valore inestimabile che includerebbe anche i lavori di Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Etta James, Buddy Holly, Chuck Berry, Elton John, Nirvana, R.E.M., Eminem, Nine Inch Nails, Janet Jackson, the Roots, Hole e tanti altri.

La notizia dell’incendio aveva occupato le prime pagine dei giornali già nel 2008, tuttavia – scrive il Times – Universal Music Group (UMG) aveva minimizzato i danni subiti al proprio archivio, preferendo invece sottolineare gli sforzi per la digitalizzazione del catalogo, la perdita di video e frammenti televisivi così come i danneggiamenti alla struttura dell’attrazione dedicata a King Kong negli studios.

“Il più grande disastro nella storia del music business”, scrive il Times, pubblicando anche un documento interno della UMG risalente al 2009 in cui si ipotizza che l’incendio abbia distrutto 500mila brani. Come annota il Times, i nastri dei master – ovvero le registrazioni originali utilizzate per stampare i dischi – sono pezzi unici, non solo perché contengono il suono della prima registrazione, ma anche perché vengono utilizzati come base per tutte le edizioni rimasterizzate.

Dopo le scoperte del Times, la UMG ha contestato l’entità dei danni subiti dal proprio archivio durante l’incendio. Con un comunicato inviato a Variety, la compagnia ha affermato che l’inchiesta contiene “numerose imprecisioni, dichiarazioni fuorvianti, contraddizioni ed equivoci fondamentali sulla portata dell’incidente e dei beni danneggiati”.

“La preservazione della musica è la nostra massima priorità e siamo orgogliosi del nostro archivio”, continua il comunicato di UMG diffuso da Variety. “Nonostante ci siano dei vincoli che ci impediscono di diffondere pubblicamente alcuni dettagli dell’incendio verificatosi nella struttura di NBC Universal Studios più di dieci anni fa, l’incidente – anche se tragico – non ha mai influito sulla disponibilità della musica per future pubblicazioni, né ha inciso sulle retribuzioni degli artisti”.

Diversi artisti hanno risposto alla storia pubblicata dal Times, tra cui R.E.M., Hole e Questlove dei Roots. “Stiamo cercando di ottenere informazioni corrette per verificare quanto successo e se abbia toccato la nostra musica”, hanno scritto i R.E.M. in un tweet. “Diffonderemo ulteriori dettagli quando ci verranno comunicati”.

Un portavoce delle Hole, inoltre, ha detto a Pitchfork che la Universal non aveva informato la band che le loro registrazioni erano andate perse nell’incendio. “La band non ne sapeva niente fino a questa mattina”, ha detto il portavoce. Questlove ha parlato dell’articolo in relazione alle ristampe dei Roots che spera di riuscire a pubblicare. “Per tutti quelli che chiedono perché Do You Want More e Illadelph Halflife non verranno ristampati”, ha scritto Quastlove, aggiungendo il link all’inchiesta del Times. “Mi sento morire sapendo che tutti i vecchi nastri e i mix delle canzoni che non erano finite su Do You Want More. Pianificavo di ripubblicare su 45 giri le canzoni di quell’album e di Illadelph Halflife nelle versioni remix strumentali e a cappella. Hanno mandato qualcuno a controllare l’entità dei danni su quel materiale”.