Il pasticciaccio brutto del bagarinaggio on-line | Rolling Stone Italia
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Il pasticciaccio brutto del bagarinaggio on-line

Dopo due giorni di fuoco, iniziati da un servizio alle Iene, cerchiamo di fare chiarezza in mezzo al marasma del cosiddetto "bagarinaggio on-line"

Live Nation è al centro di una bufera. Abbiamo cercato di spiegarla con calma. Foto via Flickr

Live Nation è al centro di una bufera. Abbiamo cercato di spiegarla con calma. Foto via Flickr

Dopo il servizio andato in onda martedì sera durante Le Iene, si è sollevato un polverone riguardo il secondary ticketing, un argomento che finora il grande pubblico aveva ignorato potesse rappresentare un problema.

Cos’è, in breve?

Il secondary ticketing è in pratica un servizio di rivendita di biglietti per concerti da parte di singoli utenti che per i più disparati motivi ne hanno acquistati in eccedenza. O meglio, questa è la versione ufficiale. In realtà, spesso, la possibilità di vendere biglietti viene sfruttata per avere dei guadagni extra. Il motivo è che spesso i biglietti messi in vendita attraverso questi circuiti, in realtà, non sono di privati. Bensì di gente che vuole semplicemente ricavarci qualcosa, mettendoli in vendita a prezzo maggiorato. Spesso capita anche che i biglietti vengano messi in vendita su questi siti quando sono ancora disponibili sui canali ufficiali: secondo il regolamento di questi servizi, i soldi vengono prelevati dal conto degli utenti solo a transizione completa. Vuol dire che, come ha spiegato in conferenza stampa Stefano Lionetti, ad di TicketOne, anche quando si acquista un biglietto, non è detto che quel biglietto sia al momento disponibile, però è potenzialmente acquistabile a prezzo normale dalla stessa persona che lo venderà poi a una cifra molto più alta dell’originale. Sembra una cosa assurda, ma grazie agli investimenti di questi servizi in pubblicità e adv on line, spesso la prima scelta è di acquistare tramite loro e non tramite i rivenditori ufficiali. Sempre Lionetti riferisce come nel 2011 «citammo in giudizio Viagogo perché aveva utilizzato il nome della nostra azienda come parola chiave. Cercando TicketOne, appariva nei suggerimenti sponsorizzati la pagina di Viagogo».

Il servizio delle Iene

Secondo il servizio andato in onda, Live Nation Italia (ovvero la filiale italiana di una multinazionale dell’entertainment, una delle maggiori al mondo) avrebbe venduto un certo numero di biglietti direttamente a Viagogo, che poi sarebbero stati rivenduti sul mercato secondario, nonostante la società abbia un accordo di esclusiva con Ticketone per la vendita on-line. Ancora peggio, nel servizio si parla di un ritorno del 90% della maggiorazione del prezzo alla stessa Live Nation. L’amministratore delegato per l’Italia, Roberto De Luca, non ha saputo spiegare fino in fondo la questione, parlando di pressioni esterne, arrivate anche dagli stessi artisti, per mettere in vendita i ticket sul mercato secondario. E aumentare i guadagni, di conseguenza. È giusto far notare che Live Nation, che ha sede centrale negli Stati Uniti, è proprietaria di TicketMaster, uno dei colossi della vendita di biglietti on-line. A TicketMaster, a sua volta, è proprietaria di SeatWave, uno dei colossi del secondary ticketing.

Da Vasco a Tiziano Ferro, le reazioni degli artisti

Ovviamente, il servizio ha fatto esplodere la bomba. Il giorno immediatamente successivo, Vasco Rossi ha comunicato via Facebook la propria decisione di sospendere qualunque rapporto commerciale con l’agenzia d’organizzazione eventi Live Nation. Il post è apparso sul profilo dell’artista firmato da Giamaica Management, la società che per conto di Vasco si occupa dei suoi contratti, in seguito alle rivelazioni portate a galla da Matteo Viviani per cui vi sarebbero stati accordi fra la stessa Live Nation e Viagogo, una delle piattaforme di secondary ticket più celebri al mondo. A prendere le distanze senza, al momento, dissociarsi dall’agenzia, sono stati anche Marco Mengoni, Tiziano Ferro e Giorgia, tutti artisti italiani di Live Nation. Vista la chiusa di De Luca, in cui tira in ballo gli stessi artisti, Live Nation ha dichiarato che i riferimenti non sono a nomi italiani, bensì esclusivamente ad artisti internazionali.

C’è da aggiungere che il rocker emiliano, assieme ad altri nomi portanti della scena italiana – tra cui Jovanotti, Zucchero, Ligabue, Francesco De Gregori – è tra i firmatari della petizione #noSecondaryticketing promossa dalla Siae per chiedere “l’abolizione del secondary ticketing attraverso l’oscuramento di tutte le piattaforme online che speculano sulla rivendita dei biglietti”.

Le reazioni dei promoter

In merito è intervenuto ieri Claudio Trotta, fondatore di Barley Arts – storica società di promozione italiana – e anch’egli fra le firmatario della petizione SIAE. Qui sotto riportiamo per intero il testo della lettera aperta rivolta ad Assomusica, l’associazione degli organizzatori e dei produttori di spettacoli di musica dal vivo e inviata agli organi di stampa

Caro presidente e cari membri del consiglio direttivo e cari associati

A seguito delle dichiarazioni di Roberto De Luca durante il servizio delle Iene vi comunico quanto segue:

1) Sto verificando insieme ai miei legali se esistano i presupposti per una azione giudiziale collettiva da parte di Assomusica e/o degli Associati che reputino di volerla sottoscrivere e di altre componenti della Filiera della Musica dal Vivo nei confronti di Live Nation per gravi danni di immagine e di credibilità a tutta la categoria

2) Sto verificando con i miei legali i termini di una causa per Concorrenza Sleale da parte di Live Nation nei confronti di quei produttori e promoter che non adeguandosi alle pratiche emerse dalle dichiarazioni dispongono ovviamente di risorse inferiori

3) Reputo che il Presidente ed il Consiglio Direttivo di Assomusica a prescindere dalle procedure di routine che coinvolgono il Collegio dei Probiviri, debbano immediatamente prendere posizione chiara dissociandosi da quanto emerso e dichiarandosi contro queste pratiche cancerogene che sono dannose per i nostri consumatori, i nostri lavoratori ed i nostri artisti

È evidente che non mi è possibile restare in questa Associazione ancora un secondo qualora la Associazione stessa non prenda i provvedimenti logici e conseguenti a quanto inconfutabilmente emerso dal filmato delle Iene.

Cordiali saluti,

Claudio Trotta

Oltre a questo, è stata indetta una conferenza stampa da F&P Group, ovvero una delle principali agenzie di eventi italiane (Ligabue, Renato Zero, Marracash & Gué Pequeno e molti altri), a cui hanno partecipato diversi attori di questa vicenda. Nello specifico, Ferdinando Salzano, amministratore delegato, ha invitato chiunque sia coinvolto ad autodenunciarsi. «È una pianta che ha dei rami malati ma un tronco sano», ha detto in conferenza stampa. Clemente Zard, ad di Vivo Concerti, ha poi dichiarato come spesso ci sia un problema nell’acquisto delle tournée degli artisti. «Le offerte per aggiudicarsi i nomi vanno fatte sul 100% del possibile incasso, non sul 110 o sul 120. Se io non mi attengo alle regole del mercato, allora questa diventa concorrenza sleale», ha detto Zard.

Assomusica ha anche dichiarato che Live Nation si è autosospesa dall’associazione.

I risvolti giudiziari

Martedì il pm di Milano ha aperto un fascicolo riguardante la presunta “truffa informatica” per la vendita dei biglietti per i concerti di Coldplay e Springsteen. A questo fascicolo se ne aggiunge un secondo: il Codacons ha deciso di presentare una nuova denuncia alla Procura della Repubblica di Milano, stavolta contro la società organizzatrice di eventi Live Nation Italia, proprio alla luce di quanto emerso dal servizio delle Iene.

Nel frattempo, ci sono diversi procedimenti in atto per combattere il fenomeno: il 27 ottobre il Consiglio di Gestione della Siae ha approvato all’unanimità la modifica dell’Articolo 13 del “Permesso Spettacoli e Trattenimenti”, inserendo una clausola che fa espresso divieto al titolare del permesso di fornire ticket di ingresso a piattaforme online e siti web del cosiddetto mercato secondario. Sempre a ottobre, ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale Civile di Roma e ha interessato della questione anche l’Agenzia delle Entrate per attività mirate volte a combattere questo fenomeno.

Il ministro Franceschini ha annunciato, nella giornata di venerdì 11, che presenterà un emendamento alla Legge di Bilancio per limitare e contrastare il fenomeno del bagarinaggio online. La decisione è stata accolta positivamente dal presidente Assomusica, Vincenzo Spera: «Sono davvero lieto di notare questa unità di vedute tra Assomusica e il Ministro». La norma proposta da Franceschini “stabilisce il divieto di esercitare questa attività di rivendita da parte di soggetti diversi dagli organizzatori di spettacoli e da quelli titolari di biglietterie automatizzate”. Nella proposta, si legge che: “Il collocamento di titoli di accesso effettuato da qualsiasi diverso soggetto è sanzionato, salvo che il fatto non costituisca reato, con l’inibizione della condotta e con sanzioni amministrative pecuniarie da 30.000 euro a 180.000 euro per ciascuna violazione accertata” e arrivando all’oscuramento del sito coinvolto nell’operazione. Quindi resterebbero aperti i canali per chi volesse utilizzare il servizio in maniera “onesta”.

Cosa succederà ora?

In tanti si stanno spaventando, rispetto alle possibili conseguenze che potrebbe avere questo scandalo. Proprio per tirare le somme, è utile capire bene cosa è uscito dalla conferenza stampa di F&P. Vista la difficoltà (e spesso l’impossibilità) nell’agire per vie legali contro i siti di secondary ticketing e quella di inserire ulteriori metodi di controllo e di sicurezza da parte di TicketOne, la richiesta pressante, da più parti, è quella di oscurare questi siti in Italia. «La proposta di De Luca, che parla nel servizio di governare questi siti, non può esistere. Non ci può essere nessuna mediazione», ha detto Salzano.

Le parole più chiare e dirette, dette alla fine della conferenza arrivano da David Zard, uno dei più importanti impresari dello spettacolo italiano, attivo da diversi decenni. «Non bisogna saltare al collo di De Luca», ha detto. «Live Nation è una società internazionale. Quelle indipendenti o quelle partecipate possono decidere cosa fare. Lui deve amministrare, è l’amministratore delegato di una multinazionale per l’Italia. Quando si offrono agli artisti cifre esorbitanti che non si possono coprire neanche con il 100% dei biglietti venduti, allora si deve pensare ad altre modalità di guadagno. Il secondary ticketing è una di questi. Il merchandising è una di questi. Bisogna controllare questa situazione. Senza crocifiggere nessuno».