Il Codacons ha querelato Fedez per “diffamazione, associazione a delinquere e violenza” | Rolling Stone Italia
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Il Codacons ha querelato Fedez per “diffamazione, associazione a delinquere e violenza”

Continua la polemica sulla raccolta fondi organizzata per il San Raffaele di Milano: oltre al rapper, anche alcuni suoi follower dovranno rispondere in tribunale


Il Codacons ha querelato Fedez per “diffamazione, associazione a delinquere e violenza”

Fedez

La polemica tra il Codacons e Fedez continua in tribunale. Dopo l’esposto all’Antitrust per far bloccare le raccolte fondi per gli ospedali in lotta contro il coronavirus organizzate su GoFundMe – ve ne abbiamo parlato qui –, il presidente dell’associazione dei consumatori Carlo Rienzi ha deciso di querelare il rapper per “diffamazione, calunnia, associazione a delinquere, violenza, minacce plurime e induzione a commettere reati”. La denuncia è stata depositata alla Procura della Repubblica di Roma.

Lo scorso marzo il Codacons aveva definito “ingannevoli” le commissioni applicate da GoFundMe sulle raccolte fondi, in particolare quella che Fedez e la moglie Chiara Ferragni hanno lanciato a favore dell’ospedale San Raffaele. “Fedez ha scatenato i follower contro il Codacons garantendo loro la totale immunità”, ha detto l’associazione ad Adnkronos, “affermando testualmente che internet ‘non è un mezzo diffamatorio’ e che, pertanto, ‘si può dire il cazzo che si vuole’, tesi del tutto smentita dalle sentenze della Cassazione”. Oltre a Fedez, sono stati denunciati anche numerosi follower, che “aizzati dal rapper hanno pubblicato sul web minacce di morte e post violentissimi contro il Codacons e che ora dovranno essere individuati dalla Polizia Postale”.

Fedez ha commentato la vicenda con delle storie su Instagram. “Viviamo in un paese fantastico, dove Irene Pivetti con una Onlus fantasma riesce magicamente a farsi dare dallo Stato 15 milioni di euro in anticipo per produrre mascherine che parrebbero farlocche, e chi costruisce una terapia intensiva da zero per dare una mano si becca 100 querele in un giorno. È fantastico, un paese in cui tutto è possibile. Il fottutissimo sogno italiano”, ha detto. “Non ci ho capito proprio un cazzo. Perché per cercare di dare una mano senza pretendere nulla, neanche una pacca sulla spalla, ci ho guadagnato cinque anni che perderò in tribunale ad intasare i pubblici uffici, perché un’associazione che faceva una raccolta fondi spacciata per aiuto al coronavirus ha deciso che non sono al livello della loro moralità. Mi viene da ridere”.

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