I Litfiba all'Alcatraz di Milano, un concerto "al peperoncino" | Rolling Stone Italia
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I Litfiba all’Alcatraz di Milano, un concerto “al peperoncino”

Così lo descrivono gli stessi Pelù e Ghigo, che col Tetralogia Tour portano in tour i 4 album dedicati agli elementi della natura. Iniziano con due sold out

Litfiba in concerto all'Alcatraz di Milano, tornano con la "Tetralogia degli elementi" (foto: Michele Aldeghi)

Litfiba in concerto all'Alcatraz di Milano, tornano con la "Tetralogia degli elementi" (foto: Michele Aldeghi)

Se qualcuno pensasse che i Litfiba abbiano perso pubblico rispetto al passato glorioso, si ricreda. Lo faccia se non altro per i due sold out su tre all’Alcatraz di Milano (e non è escluso che arrivi anche il terzo), e per la presenza massiccia di stampa al primo di questi concerti, ieri sera, 13 gennaio, a 22 anni esatti dallo showcase in cui presentarono l’appena uscito album Terremoto. Era il 13 gennaio 1993, il posto era il Rolling Stone, sempre a Milano.

Ghigo se la ricorda bene quella data: indossa la stessa maglietta di allora. Piero invece ne indossa una dedicata ad Amnesty International, organizzazione per cui i Litfiba si sono spesi da sempre (il logo con la candela accesa tra il filo spinato appariva già sulla copertina di Litfiba3, 1988).

Litfiba Piero Pelù

Quella di ieri dunque era la prima tappa del Tetralogia Tour, in contemporanea all’uscita del cofanetto che contiene, i quattro album che la band dedicò agli elementi della natura – fuoco con El Diablo (1990), terra con Terremoto (1993), aria con Spirito (1994) e acqua con Mondi Sommersi (1997). In totale i Litfiba vendettero in quegli anni oltre 5 milioni di cd.

I Litfiba dal vivo nel 2012:

Del cofanetto fa parte anche un dvd con le immagini del tour dell’inverno ’93 che è stato proiettato prima dello showcase; in pratica è stata un’anteprima del concerto con brani live, immagini di backstage, di vita in tour e brevi stralci di interviste di Pelù. Il pubblico ha cantato tutti i brani come se la band fosse già sul palco, salvo rumoreggiare alla fine reclamandone la presenza dal vivo.

«Abbiamo deciso di fare canzoni che non suonavamo
quasi mai dal vivo» (Ghigo)

Piero, Ghigo e i musicisti che li accompagnano sono apparsi dopo una breve pausa iniziando il set con Africa (1994). Poi due pezzi da Terremoto: Dinosauro e Sotto il Vulcano. Sulla coda di quest’ultimo, per cui avevano ricevuto i complimenti di Pino Daniele, Piero ha cantato i versi di Je So’ Pazzo. A seguire altri brani poco o mai sentiti dal vivo, tra cui Siamo Umani, dedicato a Charlie Hebdo.

Spiega Ghigo: «Abbiamo deciso di fare canzoni che non suonavamo quasi mai dal vivo». Aggiunge Piero: «Il senso di questa operazione è proprio quello di sottolineare tutta la complessità, la profondità e la varietà dei Litfiba».

Ci sono riusciti? Lo showcase di presentazione è stato tirato, molto rock, ma forse un po’ troppo granitico, con pochi momenti di apertura e d’atmosfera, che pure non sono estranei alla storia del gruppo.

Ghigo Renzulli, 61 anni, chitarrista e membro fondatore dei Litfiba (foto: Michele Aldeghi)

Ghigo Renzulli, 61 anni, chitarrista e membro fondatore dei Litfiba (foto: Michele Aldeghi)

Sarà stato per la durata ridotta (85 minuti) e per quella sorta di “ansia da prestazione” che porta un po’ tutte band affermate a voler dimostrare di non aver perso grinta ed energia all’esordio di un nuovo tour. O forse, più semplicemente, è stata questa la scelta stilistica di Piero & Ghigo quando spiegano di aver voluto attualizzare i brani con un suono “al peperoncino”. Vedremo se nelle prossime date, con un’ora in più a disposizione, il respiro del concerto si aprirà maggiormente.
Del resto sono i Litfiba stessi a promettere scalette che cambieranno ad ogni concerto, con circa tre quarti di canzoni “b sides”.

Nelle chiacchiere pre concerto non manca uno sguardo alla scena contemporanea. Ghigo: «Mancano gruppi rock italiani, o perlomeno ci sono, ma sono relegati alla scena underground». Piero: «È il mercato che è morto, quindi le case discografiche investono meno sui nuovi talenti». Tra questi Pelù apprezza i Management Del Dolore Post Operatorio («belli provocatori») e i Ministri («un po’ più puliti, soprattutto dal vivo»). Aggiunge Ghigo che c’è un problema anche dal punto di vista del pubblico: «La gente [i gruppi emergenti] non se li incula proprio, parliamoci chiaro».

«Mi piacciono i Ministri
e i Management Del
Dolore Post Operatorio,
belli provocatori» (Pelù).

L’ultima domanda dei giornalisti presenti riguarda la rottura tra Piero e Ghigo a fine anni ’90, che portò a oltre 10 anni di pausa nel sodalizio tra i due. Piero dice che i Litfiba sono stati la band passata alla storia per aver litigato per colpa dei manager. Ghigo dice che di questo argomento è meglio non parlare, «è una questione di opinioni».

Sembra proprio che i Litfiba abbiano ancora molta strada davanti. Pelù confessa di aver già pianificato progetti con la band per i prossimi due anni. Di più però non scuce.

Per ora godetevi questo piccolo tour. I prossimi appuntamenti sono il 12 e il 13 aprile a Roma (Atlantico Live), il 20 aprile a Firenze (Obihall), il 22 (biglietti esauriti) e il 23 aprile di nuovo a Milano (Alcatraz).

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