Era il 25 luglio di quest’anno, quando i King Gizzard and the Lizard Wizard rimuovevano la loro musica da Spotify per protestare contro il suo fondatore e AD, Daniel Ek, e i suoi investimenti nell’industria bellica (ve ne avevamo parlato qui). Ora, il frontman della band, Stu Mackenzie, ha commentato ulteriormente la scelta del gruppo in un’intervista data allo LA Times.
«Vogliamo che la nostra musica non faccia parte della piattaforma, almeno per ora. Penso che sia una decisione coerente con chi siamo e con quello che pensiamo sia giusto per la nostra musica. E con il mettere la nostra musica in posti che ci piacciono».
Mackenzie ha continuato, descrivendo i sentimenti contrastanti provati inizialmente quando cominciò a circolare la notizia degli investimenti di Ek. Subito si sentì «un po’ in shock, ma subito capii che invece non avrei dovuto esserlo. Sono anni che diciamo vaffanculo a Spotify. Nel cerchio dei musicisti che reputiamo amici, pensiamo tutti la stessa cosa, per tutta una serie di ragioni che sono ben conosciute e documentate».
«È stata una decisione difficile da prendere, perché voglio che la nostra musica sia accessibile a quante più persone possibile. Non mi interessano molto i guadagni che possiamo avere dallo streaming. So che non è giusto, e so che loro ci guadagnano un sacco. Io, però, voglio solo fare musica, e voglio che le persone la possano ascoltare. La parte difficile di questa decisione è stata toglierla a tanti ascoltatori».
E, in conclusione: «Non mi aspetto che Daniel Ek noterà la nostra dipartita da Spotify. Nella nostra storia abbiamo sperimentato tante volte con strade alternative per pubblicare la nostra musica – anche con bootleg gratuiti. Ci siamo concessi la licenza di rompere le convenzioni, e chi ci ascolta si fida di noi in questo viaggio. Sono grato di poter avere questa fanbase, una che ti supporti anche quando fai delle mosse che sembrano andare contro il senso comune. Ma perché dovrebbe essere un problema? A me sembra che stiamo solo cercando di trovare una nostra positività in una situazione davvero buia».













