I Journey hanno assoldato delle guardie del corpo per difendersi… dai Journey | Rolling Stone Italia
Band infelici

I Journey hanno assoldato delle guardie del corpo per difendersi… dai Journey

Dopo la disputa con l’ex Steve Perry, lo scontro tra il chitarrista Neal Schon e il tastierista Jonathan Cain ha raggiunto in tour un nuovo livello

I Journey hanno assoldato delle guardie del corpo per difendersi… dai Journey

I Journey nel 2017, alla Rock and Roll Hall of Fame: Jonathan Cain, Ross Valory, Neal Schon, Steve Perry

Foto: Stephen Lovekin/Variety/Penske Media via Getty Images

Il braccio di ferro tra i membri dei Journey ha raggiunto un nuovo livello. Da tempo è in atto una frattura profonda tra i membri (ex compresi) della band di Don’t Stop Believin’, gruppo chiave dell’AOR americano, 75 milioni di dischi venduti nel mondo. Ora la paranoia ha toccato un picco impensabile.

Secondo quanto riporta Billboard, il chitarrista Neal Schon è talmente preoccupato dal comportamento dei suoi compagni da assoldare due poliziotti fuori servizio per sorvegliare il suo camerino. In Florida, avrebbe mandato un assistente a curiosare nel camerino del tastierista Jonathan Cain, che per avrebbe assoldato a sua volta una guardia del corpo per difenderlo da altre intrusioni.

Non è che l’ultimo episodio della lotta che si consuma all’interno della band impegnata attualmente in un tour americano che ha fruttato 32 milioni di dollari. Un paio di mesi fa, l’ex membro del gruppo Steve Perry ha ritirato una causa per l’uso commerciale del titolo delle canzoni dei Journey, ad esempio sul merchandise, fatto senza il suo assenso.

A sua volta Schon ha battagliato legalmente con Cain circa la American Express della band: il primo dice di essere ingiustamente stato escluso dall’utilizzo della carta, il secondo lo accusa di avere speso più di un milione di dollari in gioielli, vestiti, premi assicurativi. Secondo quanto riporta Billboard, il gruppo ha avuto guai con la propria banca, la City National, poiché non in grado di coprire le spese correnti.

Non solo. Schon ha accusato Cain di essere in combutta con Perry. Lo ha inoltre diffidato a suonare Don’t Stop Believin’ a Mar-a-Lago, dove un mese prima il tastierista aveva eseguito il pezzo per Donald Trump (la moglie di Cain, la telepredicatrice Paula White-Cain, ne è la “consigliera spirituale”). Per Schon, l’associazione con l’ex presidente è deleteria per il brand Journey e troppo divisiva per i fan.

Nel 2020, Schon e Cain erano invece dalla stessa parte contro il bassista Ross Valory e il batterista Steve Smith, oggi ex, in una disputa sulla proprietà del marchio Journey (la cosa si è risolta con un accordo nel 2021).

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