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I dischi più attesi del 2017

Dai Depeche Mode agli Arcade Fire, ecco i 12 dischi in uscita quest'anno che faremmo bene a tenere d'occhio
I Depeche Mode si sono formati nel 1980. "Spirit" sarà il loro 24esimo album in studio. Foto: Anton Corbijn

I Depeche Mode si sono formati nel 1980. "Spirit" sarà il loro 24esimo album in studio. Foto: Anton Corbijn

OK, il 2016 non è stato un granché come anno. Ma vediamola dal lato positivo: storicamente, più la situazione politica e sociale fa schifo e più gli artisti musicali tirano fuori il meglio dai propri dischi.

È successo negli anni Ottanta con il punk hardcore contro Reagan e Margaret Thatcher e sta succedendo oggi sotto diverse forme, dal rap alla techno, dall’indie rock allo psych. Ma una volta digeriti panettoni e le mega liste sui migliori dischi dell’anno appena concluso, quali sono le uscite da non perdere d’occhio di questo neonato 2017? Ne abbiamo raccolti dodici, ma è probabile che moltissimi sbucheranno fuori senza preavviso, come spesso succede ultimamente.

1. ARCA “Reverie”

Arca. Foto di Kimberley Ross


Sono mesi davvero importanti per Arca. Così com’era successo a Kanye West, anche il venezuelano sta compiendo la delicata transizione da produttore a performer. È stata davvero una fortuna gigantesca poter assistere alla sua prima esibizione vocale nell’ultima edizione di Club To Club. Impressioni? Gli espliciti eccessi estetici dei visual alle sue spalle e della sua mise potranno andare giù o meno (personalmente li trovo originali), ma è innegabile che dietro al ragazzo introverso che ha prodotto dischi a Björk e FKA Twigs si nasconda un performer esplosivo, con una potenza di fuoco vocale che può spaziare da falsetti lirici ad abissi baritonali con una facilità disarmante—e in ogni caso il risultato si traduce sempre in grossi, intensissimi brividi. “Ho quasi finito il nuovo album Reverie e ho un nodo in gola perché non vedo l’ora di condividerlo con voi” aveva scritto su Instagram ormai 10 mesi fa. È probabile insomma che ci troveremo di fronte a un vero album cantato e non più alla mera elettronica strumentale, violenta e ultra definita di Mutant e predecessori.

2. GHALI “?”

Piaccia o no, uno dei fenomeni rap più discussi in Italia del 2016 è stato sicuramente Ghali. Dopo un inizio di carriera fatto esclusivamente di singoloni corredati di video su YouTube, il ragazzo di Baggio di origine tunisina sta lavorando al suo primo vero LP. E visto il successo spaventoso conquistato senza un’etichetta (dopo Rovazzi, il ragazzo del 1993 è stato il più ascoltato in streaming nel 2016 grazie a Ninna Nanna), Ghali non si è sbilanciato molto su quando uscirà e come si chiamerà l’album. “Non è ancora pronto” è tutto ciò che sono riuscito a carpire dal produttore Charlie Charles scrivendogli su Whatsapp.

3. GORILLAZ “?”

2D, Murdoc, Noodle e Russell. Cioè la nostra band virtuale preferita. Fonte: Facebook


Damon Albarn torna sempre, è solo che per farlo con i Gorillaz deve prima occuparsi dei Blur. Per cui, una volta uscito The Magic Whip nel 2015, il frontman inglese si è potuto dedicare al nuovo album della band virtuale, creata a quattro mani ormai quasi vent’anni fa con l’amico e illustratore Jamie Hewlett. Data e nome del disco ancora non si conoscono, ma per fortuna Albarn negli ultimi due anni ha disseminato qua e là indiscrezioni su come sarà il sequel dell’ultimo The Fall del 2010. Per prima cosa pare che come i precedenti sarà pieno zeppo di collaborazioni illustri. Fra gli artisti trapelati finora grazie a qualche post su Instagram ci sarebbero Jean Michel Jarre, i Massive Attack, il rapper Vic Mensa e il produttore Twilite Tone. Sono invece i ritmi frenetici al suo interno a distanziare questo nuovo album da tutti gli altri. Albarn infatti l’ha descritto come disco veloce, positivo, le cui tracce «non sono mai sotto i 125 bpm [battute per minuto, ndr]», come dichiarato a Exclaim nel 2014 e poi riconfermato l’anno successivo a Rolling Stone USA. Quanto alla promozione, i ragazzi hanno già iniziato a bombardare la rete facendo uscire retrospettive multimediali e varie playlist a cura dei membri fittizi della band. Per ora sono uscite quella di natalizia di Murdoc e quella tutta al femminile di Noodle.

4. SAMPHA “Process”

A meno di 30 anni (non è ben chiaro se siano 27 o 28), Sampha Sisay ha già conquistato il cuore e l’apparato uditivo di artisti come Kanye West, SBTRKT, Drake e Solange, apparendo almeno una volta in uno dei loro ultimi album. Vuoi per le spaventose doti compositive o semplicemente per il timbro caldo della sua voce, il cantante di South London corrisponde all’identikit dell’artista contemporaneo: uno che si sa arrangiare con i propri mezzi, dalla produzione alla registrazione senza dover scomodare collaboratori. Il suo album di debutto, Process, uscirà il 3 febbraio dopo una serie infinita di procrastinamenti. Circa sei mesi fa ho avuto la fortuna di sentirlo—e mi ricordo bene il gioco perfetto di arrangiamenti fra pianoforte e voce soul—ma è probabile che in tutto questo tempo il disco abbia subito variazioni nette. La pubblicazione di Process è stata affidata alla stessa Young Turks di FKA Twigs, The XX, SBTRKT.

5. SLEAFORD MODS “English Tapas”

Fonte: Twitter


Uno abbaia rime, l’altro suona la chitarra e gestisce le basi. Jason Williamson e Andrew Fearn sono il risultato di cosa può succedere se nasci nel Lincolnshire inglese e passi l’adolescenza ad alternare post-punk e Wu-Tang Clan. Quello che ne deriva è una delle band più bizzarre della musica di oggi. Accento marcatissimo dell’est Inghilterra, testi caustici le cui immagini strizzano spesso e volentieri l’occhio alla working class, sono il tipo di inglesi che suonerebbe con lo stesso entusiasmo a Glastonbury o in un pub di Saxilby. Motivo in più per tenere d’occhio quello che fanno in studio: il 3 marzo uscirà English Tapas, decimo album ad altrettanti anni di distanza dal primo omonimo Sleaford Mods. Sarà la scusa perfetta per NON fare nessuna stima del tempo trascorso e continuare dritti fottendosene di tutti e tutto, come sempre. You get it, mate?

6. DRAKE “More Life”

Hotline Bling è stata la hit del 2015 e Views uno degli album più ascoltati su questo pianeta nel 2016: una successione non casuale di centri perfetti che farebbe ben sperare per il 2017 di Drake. Il ritorno del rapper canadese sarebbe già dovuto essere a dicembre, ma pare che More Life aspetterà nella cartucciera ancora qualche mese prima di essere sparato, magari a sorpresa come è solito fare il rubacuori di Montreal (ultima vittima pare sia Jennifer Lopez). Se ne conosce già la copertina, che ritrae un uomo decisamente simile al rapper nonostante il look anni Settanta (sospetto sia il padre Dennis Graham), e si sa anche che ci hanno partecipato diversi esponenti della OVO, cioè la crew ed etichetta del rapper.

7. ARCADE FIRE “?”

Fonte: Facebook


Qualche mese fa, in una sessione di Ask Me Anything (o AMA) sulla piattaforma online di Reddit, Will Butler aveva detto qualcosa, ma non troppo, sul nuovo album dei suoi Arcade Fire: “[Uscirà] forse in primavera? Non c’è una data precisa comunque. Sarà finito quando sarà finito.” Altro non si sa, se non che di tanto in tanto i canadesi si lasciano scappare qualche pezzo inedito nei live. E sarebbe anche ora, visto che di anni dall’ultimo Reflektor ne sono passati ormai quattro.

8. DEPECHE MODE “Spirit”

«Stiamo lavorando al nuovo album con un nuovo team» aveva detto Dave Gahan a Rolling Stone USA lo scorso ottobre. «È prodotto da James Ford, che ci ha aiutato a farlo suonare esattamente come volevamo, incredibile.» Sarà quindi il membro dei Simian Mobile Disco nonché produttore degli Arctic Monkeys/Last Shadow Puppets a guidare l’apparato produttivo che porterà all’uscita di Spirit ad aprile. Sarà il quattordicesimo album in studio dei Depeche Mode e arriverà sugli scaffali appena prima di un tour già annunciato. Tre saranno le date italiane toccate dal tour: Roma, Milano e Bologna. Motivo in più per andarci: i ricavati della tournée saranno in parte destinati a charity:water, una associazione che intende fornire acqua pulita ad alcune zone dell’Africa subsahariana.

9. GIORGIO POI “Fa Niente”

Se dovessimo trovare un corrispettivo italiano dei Tame Impala, la prima scelta ricadrebbe su Giorgio Poi. Per il novarese è stata quantomeno una benedizione trascorrere all’estero buona parte della propria vita, fra gli studi in chitarra jazz a Londra, il bazzicare a Berlino e l’album Archaeology Of The Future con i Vadoinmessico. Questa lontananza dall’Italia ha insinuato in Giorgio una certa nostalgia, che lo ha spinto a intraprendere la strada da solista, in italiano e con un’etichetta italianissima: la Bomba Dischi (Pop X, Calcutta, ecc). Fra derive psych pop e un dominio di scenari al limite del tragicomico, Fa Niente (esce il 10 febbraio) potrebbe rivelarsi un’oasi di spensieratezza in un anno dove ce ne sarà davvero poca.

10. ZACH DE LA ROCHA “?”

Zach de la Rocha avrebbe iniziato a lavorare al suo album da solista appena dopo la scissione dai Rage Against The Machine nel 2000. Dentro c’erano tracce con Trent Reznor, El-P, Questlove e per la maggior parte prodotte da DJ Shadow. Poi come per magia l’ex frontman dei RATM ci ha ripensato, annullando l’uscita del disco e di fatto cestinando il lavoro fatto da DJ Shadow perché suonava troppo rabbioso. Inutile dire che la cosa, oltre che Reznor, aveva fatto girare le palle a Shadow: «Sono stato a lungo incazzato con lui: avevo lavorato al suo nuovo album e di colpo era sparito per cinque anni senza dare notizie» mi aveva raccontato qualche mese fa davanti a una birra. Fatto sta che pare che il momento sia propizio per un ritorno dell’ex RATM, confermato anche da El-P dei Run The Jewels che gli ha prodotto il primo singolo, Digging For Windows. Aspettiamocelo quindi da un momento all’altro.

11. KANYE WEST “Turbo Grafx 16”

Kanye West. Foto:Christopher Polk/Getty Images for iHeartMedia


Negli ultimi tempi Kanye ha fatto il Kanye West più del dovuto. Prima insulta da Jay Z a Beyoncé passando per Zuckerberg, le radio e Google durante un concerto, poi getta il microfono e sparisce dietro le quinte. Morale della favola: annullato il concerto, annullato il tour, ricoverata la star. La diagnosi è stata “mental breakdown”, ovvero un tracollo nervoso dovuto a una combinazione pericolosa di stress, poco sonno e disidratazione. Da lì hanno seguito diverse settimane di ricovero e ritiro spirituale, in cui pareva che la storia d’amore con Kim Kardashian dovesse finire, per quanto gli ultimi rumori che ci giungono li vedrebbero di nuovo insieme. Un trauma in piena regola, che paradossalmente fa ben sperare per il nuovo album annunciato, Turbo Grafx 16. Storicamente infatti i migliori album della sua carriera Kanye li avrebbe sfornati solo dopo un grande colpo personale, emotivo e/o fisico. Come The College Dropout dopo un incidente stradale che gli è quasi costato la vita o 808s & Heartbreaks subito dopo la morte prematura della madre Donda per un intervento di chirurgia estetica andato storto. Poco o niente si conosce del nuovo disco, lo stesso non si può dire di Kanye. Gigantesca testa di cazzo ma pur sempre uno dei più capaci produttori in circolazione.

12. BLONDIE “?”

Foto: Miss Guy. Fonte: Facebook


Proprio così. Non solo i Blondie stanno per tornare con un nuovo LP, ma pare che pulluli anche di nomi illustri, troppo illustri per passare inosservato. A maggio, il braccio destro e collega di Debbie Harry, Chris Stein, è stato ospite di The Candy Show un programma radio su Beats 1. Come un ragazzino euforico per un avvenimento importante, Stein ha spiattellato i nomi e cognomi degli addetti ai lavori, da Sia a Jonny Marr, da Charli XCX ad Albert Hammond degli Strokes. “Abbiamo anche parlato al telefono con Kanye West” ha continuato Stein, “ma non sappiamo ancora se andrà in porto la cosa.” Pare che le voci di Debbie Harry siano stati gli ultimi elementi aggiunti al disco, che ormai dovrebbe essere lì, pronto per essere lanciato.
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