I cinque pezzi preferiti da Sua Maestà Rick Rubin | Rolling Stone Italia
News Musica

I cinque pezzi preferiti da Sua Maestà Rick Rubin

Public Enemy, Jay-Z, Beastie Boys, ecco il meglio del Re Mida dei produttori.

I cinque pezzi preferiti da Sua Maestà Rick Rubin

Rick Rubin

Più passa il tempo e più la notizia della collaborazione fra Jovanotti e il Re Mida dei produttori mondiali, Rick Rubin, sembra vera.

I due sarebbero entrati in studio da pochi giorni, in modo tale da far uscire il nuovo album del Jova entro il primo dicembre, se non nella data stessa. Che sia vero o meno, rispolveriamo i cinque pezzi preferiti dal produttore americano.

1. “Rebel Without a Pause” di Public Enemy (1988)


Uno dei momenti definitivi di Chuck D, la dichiarazione d’intenti dei Public Enemy. Quando l’ho sentita la prima volta mi è sembrato un gigantesco passo verso il futuro: ha preso l’energia del primo album e l’ha portata all’estremo. Sono stati i primi a parlare di politica e hanno aperto la strada all’hip hop intellettuale, senza darsi arie. Come i Clash.

2. “P.S.K. What Does It mean?” di Schoolly D (1985)


Un pezzo dark, particolare come il suo slang. Nessuno di noi, anche quelli che parlavano in slang, capiva cosa stesse dicendo. Il beat così ridotto al minimo e gli effetti lo rendono un pezzo quasi psichedelico. Sembra una canzone sulle droghe che ti prendono male. Non sarebbe una sorpresa sapere che P.S.K. ha in qualche modo influenzato una band come i N.W.A.

3. “Feel the Heartbeat” di Treacherous Three (1981)


Il mio disco preferito dell’era pre-Def Jam. In origine nasce come pezzo R&B, ma questa versione dei Treacherous Three diventa molto più famosa.
Kool Moe Dee, L.A. Sunshine e Special K erano i migliori MC e autori di testi del momento. Era questo il suono del rap prima dell’arrivo del minimalismo della Def Jam.

4. “Big Pimpin'” di Jay-Z (2000)


Il mio pezzo preferito di Jay-Z: grande ritornello e grande rap. Musica positiva, che viene dalla strada, ma arriva ovunque. Tutti possono cantare Big Pimpin’ ed essere felici. Ha un’atmosfera un po’ world music, è un’espansione dei confini del rap. È qualcosa di più di un grande pezzo rap.

5. “Sabotage” di Beastie Boys (1994)


Un pezzo che continua la tradizione rap-rock dei primi dischi dei Beastie e di Walk This Way, ma va molto oltre. Non è il genere di pezzo che avremmo fatto negli anni ’80, è molto più estremo
e mi è piaciuto molto. Invece di essere un pezzo rap che incorpora il rock è un pezzo rock con elementi rap. E poi il video è fantastico, bisogna riconoscerlo.

Altre notizie su:  Rick Rubin