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I BTS condannano l’odio contro gli asiatici: «Lo abbiamo subito anche noi»

Grazie a un tweet del gruppo coreano, l’hashtag #StopAsianHate è entrato in tendenza anche in Italia. «Proviamo dolore e rabbia. Gli insulti ti fanno sentire impotente e scalfiscono la tua autostima»

I BTS condannano l’odio contro gli asiatici: «Lo abbiamo subito anche noi»

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Foto: press

I BTS hanno condannato l’odio razziale contro gli asiatici, che nelle ultime settimane sono stati vittime di  violenze negli Stati Uniti. «Siamo contro ogni tipo di discriminazione razziale», si legge nell’account Twitter del gruppo coreano, che ha accompagnato il messaggio con gli hashtag #StopAsianHate e #StopAAPIHate (la sigla AAPI sta per Asian American Pacific Islander). «Condanniamo la violenza. Voi, noi, tutti quanti abbiamo il diritto di essere rispettati. Restiamo uniti».

A metà marzo, sei donne asiatiche sono morte negli attacchi a tre centri massaggi di Atlanta. Più di recente, un uomo di 84 anni è morto due giorni dopo essere stato spinto a terra a San Francisco. Un uomo di 91 anni è stato vittima di un’aggressione nella Chinatown di Oakland. Nella metropolitana di New York, a un sessantunenne è stato fatto un lungo taglio sul viso con un taglierino.

«Facciamo le nostre più sentite condoglianze a chi ha perso una persona cara. Proviamo dolore e rabbia», scrivono i BTS. «Ci ricordiamo le volte in cui siamo stati vittime di discriminazioni in quanto asiatici. Siamo stati insultati senza alcun motivo e siamo stati dileggiati per il modo in cui vestiamo. Ci hanno persino chiesto perché mai noi asiatici parliamo in inglese».

Sono esperienze irrilevanti al confronto dei fatti di cronaca recenti, scrive il gruppo, ma «sono bastate per farci sentire impotenti e scalfire la nostra autostima. Quel che sta accadendo in questi giorni non può essere dissociato dalla nostra identità di asiatici».

A proposito dei recenti episodi di violenza, il presidente e direttore esecutivo di Asian Americans Advancing Justice (AAJC) John Yann ha detto a Rolling Stone: «Non sono causati da un solo fattore, ma almeno da due. Prima di tutto abbiamo avuto un presidente che ha spinto le comunità ad essere fobiche e anti-asiatiche. E lo ha fatto attraverso la retorica del virus cinese o kung-flu. Col risultato che la gente ha visto le comunità asiatico-americane come “altre”, come diverse e portatrici di malattie. L’altra causa è l’insicurezza economica in cui si vive. Dobbiamo leggere questi fatti alla luce del Covid-19, delle sue ripercussioni economiche e della paura che la gente prova».

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.

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