Highway to Imola, il report del megaconcerto degli AC/DC | Rolling Stone Italia
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Highway to Imola, il report del megaconcerto degli AC/DC | Le foto

È stato probabilmente il concerto più infuocato dell'anno. Un evento unico, in grado di richiamare più di 90 mila persone nel nome del rock'n'roll

Axl arriverà alla voce, ma cosa succederà durante il "Rock or Bust Tour"? - Foto di Michele Aldeghi

Axl arriverà alla voce, ma cosa succederà durante il "Rock or Bust Tour"? - Foto di Michele Aldeghi

It’s A Long Way To The Top (If You Wanna Rock ‘N’ Roll) diceva Bon Scott, che giusto ieri avrebbe compiuto 69 anni. “I’m on the highway to hell” incalzava Brian Johnson ieri sera. E avevano ragione, perché arrivare non è stato facile, e noi volevamo il Rock’N’Roll. Mangiato un boccone sono schizzata in auto verso Imola, ci sono rimasta per 7 ore, ma ne è valsa decisamente la pena. Una corsa contro il tempo, il caldo e il traffico per non perdere neanche un minuto di quello che sarebbe stato potenzialmente il concerto dell’anno: un paio d’ore di assoli e urla genuine per scordarmi della routine, staccare il cervello e cantare insieme a 90 mila persone. Una cannonata.

Io e quelli che hanno passato il pomeriggio in autostrada arriviamo a pochi minuti dall’inizio e col fiatone ci buttiamo nella ressa senza esitare. Faccio giusto un tweet per dichiarare vittoria e metto via il cellulare, ce l’ho fatta. Parte il video di una missione spaziale, il meteorite AC/DC viaggia in fiamme verso la Terra e finalmente li vediamo atterrare e invadere il palco. Alle prime fiamme e fuochi d’artificio la gente corre verso il palco. Fiumi di persone. Con le prime note Angus richiama anche gli ultimi in coda per le birre e Brian ci accoglie con un sorrisone: «Buonasera Imola! Come state?». Chissà con che auto è arrivato all’Autodromo (la sua passione per i motori è conosciuta ai più per un programma televisivo in onda su Discovery, Auto da Rockstar).

AC DC

La prima canzone è la title track di Rock or Bust (2015), poi passiamo subito a Shoot to Thrill da Back in Black (1980), l’album d’esordio di Johnson nella band. Era giusto così. Sul palco, per questa sera e per questo tour, sono solo tre i veterani che possono festeggiare 40 anni di AC/DC: Angus Young, Brian Johnson e Cliff Williams. Il batterista Phil Rudd è agli arresti domiciliari proprio da ieri ed è stato rimpiazzato dall’ex, Chris Slade. Malcolm Young invece, troppo anziano e provato per suonare le chitarre ritmiche negli AC/DC, ha lasciato il posto al giovane nipote Steve.

Tutti sapevano come sarebbe andata, il nome AC/DC è una garanzia. E sono tutti lì per quello. Per il sorriso di Brian Johnson, coppola bassa sulla testa e All Star nere ai piedi, tranquillo, rilassato e completamente a suo agio, balla e gioca con il suo pubblico. Per la frenesia di Angus Young, che corre come un ragazzino di 60 anni da una parte all’altra del palco, prima, dopo e durante ogni assolo. Una furia. Lui sì che sa farle gridare tra le sue mani quelle chitarre.

A ogni attacco parte un boato da 90 mila persone, una roba che è difficile da immaginare, se non ci sei mai stato dentro. In scaletta ci sono soprattutto i grandi successi da cantare a polmoni aperti e perché no, anche da pogare: Thunderstruck, T.N.T., You Shook Me All Night Long e un po’ a sorpresa anche per Rock’n’Roll Train, il singolone del precedente album Black Ice (2008). Ai primi rintocchi di Hells Bells dal palco spunta una campana, tributo all’ex cantante tragicamente scomparso, Bon Scott. Durante Let There Be Rock, Angus sembra dare il meglio di sè in un assolo che permette a Brian di riprendersi un po’ prima del bis, la situazione è estrema. Ritorna all’inizio, non vuole finire. Quando escono con Highway To Hell per il bis il suono mi trema nella pancia, ma chi non era in prima fila questo non lo saprà mai.

AC DC

«Questo è il decimo concerto di Barley Arts con gli AC/DC, il primo fu il 14 settembre 1991 al Monsters of Rock a Modena. Questa volta ci siamo spinti fino a 90000 biglietti (venduti in 5 giorni) e 2000 omaggi, la massima capienza mai concessa all’autodromo» dice Claudio Trotta, storico fondatore di Barley Arts, che anticipa un accordo di 3 anni con il Comune di Imola per organizzare concerti in questo spazio. Magari il prossimo anno ci porterà il Boss.