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Gli ucraini hanno trasformato ‘Masters of War’ e ‘London Calling’ in inni di resistenza

La prima è stata suonata al festival SXSW col chitarrista di Bob Dylan, la seconda è stata rifatta, con l’approvazione dei Clash e dei loro eredi, col nuovo titolo ‘Kyiv Calling’

Foto: Amanda Stronza/Getty Images for SXSW

Le canzoni che hanno fatto la storia del rock occidentale, e che alla storia sembravano relegate, assumono nuovi significati riprese da musicisti ucraini. È il caso di due classici della prima metà degli anni ’60 e di fine anni ’70 come Masters of War di Bob Dylan e London Calling dei Clash.

La prima è stata suonata da Oleksandra Zaritska, membro della band ucraina dei Kazka sabato sera all’interno del mega festival texano South by Southwest all’interno di uno showcase dedicato all’Ucraina.

«Ho un messaggio per Putin», ha detto nel finale Zaritska, «è una canzone di Bob Dylan e si intitola Masters of War», ovvero uno due pezzi più forti degli anni ’60 contro i signori della guerra, con il celebre finale: “E spero che tu muoia / E che la morte arrivi presto / Seguirò la tua bara / Nel pallido pomeriggio / E guarderò mentre ti calano / Giù al tuo letto di morte / E veglierò la tua tomba / Finché non sarò sicuro che tu sia morto”.

Ad affiancare Zaritska nell’esecuzione della cover c’era Charlie Sexton, che dal 1999 in poi ha fatto parte più volte della band che accompagna Dylan dal vivo.

London Calling è stata ripresa dalla band ucraina dei Beton e usata come chiamata alle armi per gli ucraini e per chi all’estero si oppone all’invasione russa. Dopo aver ottenuto l’approvazione dei Clash, l’hanno trasformata in Kyiv Calling. La nuova versione è stata incisa tra il 17 e il 18 marzo a Leopoli, proprio nei giorni in cui i russi stavano bombardano un’area della città, ed è stata mixata da Danny Saber, che tra le altre cose ha collaborato con Joe Strummer.

“Kyiv chiama il mondo”, recita il testo della versione rivisitata, “uscite dalla neutralità, ragazzi e ragazze / Kyiv chiama, ora non guardate a noi / La putinmania ipocrita ha morso la polvere”

«Molti musicisti ucraini si trovano sul campo di battaglia o impegnati nella difesa del territorio», ha detto al Guardian il cantante del gruppo Andriy Zholob. «Hanno riposto le chitarre e imbracciato i fucili. Ci auguriamo che questa canzone mostri lo spirito degli ucraini e la ribellione all’aggressione russa. Saremmo felici se venisse suonata in tutto il mondo come simbolo di solidarietà e speranza».

A questo link trovate un articolo sui musicisti ucraini di fronte alla guerra e a questo la storia di come gli organizzatori del festival Atlas a Kiev stanno contribuendo alla resistenza all’invasione russa.

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