Rolling Stone Italia

Gli U2 su Gaza: «Non siamo esperti di quello che accade là, ma vogliamo dirvi da che parte stiamo»

In un comunicato diffuso sui social, la band irlandese si è espressa sul conflitto tra Israele e Palestina: «Il governo guidato da Benjamin Netanyahu merita la nostra condanna categorica e inequivocabile», ha scritto Bono

Foto press

Gli U2 hanno preso posizione sul conflitto tra Israele e Gaza, pubblicando sui loro canali social e sul loro sito web un messaggio congiunto e una serie di dichiarazioni singole scritte da ciascun membro della band. Nel testo collettivo, Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr. scrivono che «il blocco degli aiuti umanitari e i piani per un’occupazione militare di Gaza City portano il conflitto in territori inesplorati» e che, pur non essendo esperti di politica mediorientale, vogliono che il loro pubblico sappia chiaramente la loro posizione riguardo il conflitto.

Nel suo intervento, Bono ha ricordato l’attacco del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas, che ha causato la morte di centinaia di civili israeliani, ma ha sottolineato che «Hamas non è il popolo palestinese», il quale subisce da decenni marginalizzazione, oppressione, occupazione e «il furto sistematico delle terre». Ha accusato sia Hamas che il governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu, definendo quest’ultimo meritevole di «condanna categorica e inequivocabile» per l’uso della fame come arma di guerra e per la brutalità inflitta alla popolazione di Gaza e Cisgiordania, ribadendo il sostegno a una soluzione a due Stati e l’urgenza di garantire l’accesso agli aiuti umanitari.

The Edge ha definito la crisi «un test della nostra umanità condivisa», ha parlato apertamente di «pulizia etnica» e «genocidio coloniale» e ha rivolto tre domande dirette a Netanyahu, chiedendo quale sia il suo progetto politico se rifiuta la soluzione dei due Stati, avvertendo che «non c’è pace senza giustizia, né riconciliazione senza riconoscimento». Adam Clayton ha criticato l’uso indiscriminato della forza, definendo la crisi «vendetta contro una popolazione civile non responsabile» e osservando che «preservare vite civili è una scelta».

Larry Mullen Jr., pur riconoscendo il diritto di Israele a esistere e a difendersi, ha definito «inumano e criminale» l’uso della carestia come strumento di guerra e ha invitato a non restare in silenzio di fronte a questa situazione. La band ha concluso annunciando una donazione alla ONG britannica Medical Aid for Palestinians.

Iscriviti
Exit mobile version