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Ghali: «Deluso dagli artisti italiani» che non parlano di Gaza e dai «finti attivisti affamati di fama»

«Tutti piegati dalla paura di essere tagliati fuori da qualcosa. Mi sono circondato per anni di persone che non mi immaginavo sarebbero rimaste in silenzio di fronte al genocidio in Palestina»

Foto press

Dopo le polemiche suscitate durante e dopo Sanremo dal suo «stop al genocidio» e dai messaggi che ha lanciato sopra e sotto il palco, Ghali è tornato sull’argomento Palestina con un lungo post su Instagram introdotto dalla dida «Dove la politica strappa, gli artisti cuciono. Dove la politica alza i muri, gli artisti creano ponti». Il cantante si dice deluso «da tanti artisti italiani che hanno la penna per dire qualcosa, da quelli francesi, e quelli inglesi, dalla gente della moda che ti guarda dalla testa ai piedi, dai finti attivisti affamati di fama». Secondo il cantante, non si esprimerebbero perché «piegati dalla paura di essere tagliati fuori da qualcosa».

«Nell’ultimo mese» scrive Ghali in un messaggio in inglese, italiano e arabo «ho ricevuto migliaia di messaggi di supporto da persone che nel loro piccolo in questo paese hanno il coraggio di parlare. Vedo insegnanti e bambini nelle scuole italiane finalmente parlare di quello che sta succedendo. Persone di pensiero politico completamente opposti ma uniti da questa causa. Da voi ho imparato molto e per questo ci tengo a ringraziarvi».

«Usare la nostra voce per dire qualcosa contro lo sterminio di civili, compresi i bambini, in Palestina o per condividere le informazioni documentate da tutti i giornalisti che rischiano la vita e che l’hanno persa per mostrare al mondo questo massacro, è l’unica cosa che possiamo fare in questo momento».

«Sono deluso da tanti artisti italiani che hanno la penna per dire qualcosa, da quelli francesi, e quelli inglesi, dalla gente della moda che ti guarda dalla testa ai piedi, dai finti attivisti affamati di fama. Tutti piegati dalla paura di essere tagliati fuori da qualcosa. Mi sono circondato per anni di persone che non mi immaginavo sarebbero rimaste in silenzio di fronte al genocidio in Palestina. Avete più soldi ora? Avete più like e follower? Siete più cool e alla moda? Siete più liberi ora? Non credo, vi vedo fermi come prima ma con le maschere cadute, a penzoloni».

«Il mese di Ramadan sta arrivando, ed è il momento giusto per vivere la gratitudine che ho per Dio, per tutta le gente che in questo paese ha mostrato di saper stare dalla parte giusta e che grazie alla quale non mi sono sentito solo. Grazie».

«Non abbiate paura di essere voi stessi e della verità, non preoccupatevi del giudizio degli altri», conclude Ghali. «Siate quello che siete perché è il dono più prezioso che vi è stato dato. Il momento in cui non vi sentite parte della massa è il momento più importante per la vostra evoluzione. Non fidatevi di chi vi dice che non siete abbastanza, che non siete cool, che non potete dire quello che pensate perché rischiate di perderci. Alla fine, non si perde mai ad essere se stessi e si risparmia solo tempo verso il grande passo. Ramadan Mubarak».

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