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George Michael, la battaglia legale per l’eredità è finita

L'ex compagno Kenny Goss chiedeva 15mila sterline mensili, nonostante non fosse più legato all’ex Wham! da qualche anno, e riceverà una cifra riservata. L'intera eredità sarà gestita dalla sorella Yioda

George Michael, la battaglia legale per l’eredità è finita

George Michael canta per Sidaction a Parigi nel 2012

Foto: Miguel Medina/AFP/GettyImages

Quando l’ex compagno di George Michael, il texano Kenny Goss, ha chiesto una parte dell’eredità stimata in 97 milioni di sterline (113 milioni di euro), pare che la famiglia della superstar avesse dichiarato: «Non riceverà un centesimo». Ma dopo cinque anni – era il 2016 – gli amministratori del patrimonio hanno concordato con lui un accordo finanziario dopo una lunga battaglia legale.

Il mercante d’arte, 62 anni, aveva chiesto 15mila sterline al mese (circa 17mila euro), sostenendo che Michael avesse continuato a finanziarlo anche dopo la separazione dei due avvenuta qualche anno prima. Il testamento, inoltre, non prevedeva nulla neanche per il nuovo compagno Fadi Fawaz. Nonostante ciò, gli avvocati di Goss erano arrivati a mettere in dubbio la validità del testamento stesso, sostenendo che il cantante «non fosse sano di mente» al momento della sua stesura nel 2013.

Ora, dopo questo tira e molla a suon di carte bollate, gli amministratori del patrimonio di George Michael, che sono la sorella Panayiota Panayiotou (conosciuta come Yioda) e il suo avvocato Christopher Organ, sono riusciti a trovare un accordo con il texano, senza però rendere noto l’ammontare della cifra. Le uniche informazioni note arrivano dalle ricostruzioni del Daily Mail e del Sun, che hanno pubblicato i documenti rilasciati dall’Alta Corte di Londra. In queste carte, oltre alla conferma dell’essere riusciti a venire a patti con l’ex compagno, si legge che Yioda erediterà tutto il patrimonio del fratello, anche la parte della sorella Melanie scomparsa nel Natale del 2019. Nel caso specifico della sorella non era presente un testamento, per cui i beni sarebbero dovuti passare al padre, ma quest’ultimo avrebbe rifiutato a favore della figlia.

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