Gene Simmons, rockstar | Rolling Stone Italia
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Gene Simmons, rockstar

Il bassista dei Kiss confessa la sua ammirazione per Albert Einstein, poi rivela cosa ha imparato da sua mamma e cosa vorrebbe scritto sulla tomba

Gene Simmons, rockstar

Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto nella tua vita?
La persona più saggia che io abbia mai incontrato è mia mamma. A 14 anni è sopravvissuta a un campo di concentramento nazista, mentre tutti i suoi familiari morivano. La sua prospettiva della vita è sempre stata: “Ogni giorno sulla Terra è un buon giorno, quindi punta al massimo. Finché non c’è nessuno che cerca di ucciderti, cosa hai da perdere?”. Mi ha spiegato che il successo è temporaneo. Quando le ho fatto vedere i primi 10 milioni che ho guadagnato, mi ha detto: “Meraviglioso. Ora che ne farai?”. Aveva ragione. Usali o li perderai tutti. Ho imparato l’etica del lavoro da lei.

Come insegni ai tuoi figli a rigare dritto?
Anzitutto, non hanno mai ricevuto alcuna paghetta. Non gli ho mai permesso di drogarsi, di fumare o bere. Se volevano farlo, dovevano dirmelo prima, e non dopo. Se trasgredisci i miei comandamenti, ti ritroverai nel deserto a scavare buche, fuori dal mio patrimonio e dal testamento.

Stai da più di 30 anni con la tua compagna, Shannon Tweed. Qual è il vostro segreto?
Il mio consiglio alle donne è di mollare il proprio ragazzo. Mettevi con uomini maturi, magari che hanno fatto fortuna, persone curiose, capaci di pensare fuori dal sistema.
La ricerca non finisce mai.

E quindi, cosa ti ha fatto rimanere con Shannon così a lungo?
Lei è migliore di me. È stata al mio fianco per 29 anni, e ha cresciuto due figli, Nick e Sophie, che sono straordinari, e, nonostante le mie zingarate, non mi ha mai lasciato. A un certo punto ho avuto l’illuminazione: voglio morire solo, circondato da stripper, o voglio andarmene abbracciato dalle persone che amo? Così ho deciso di sposarla. In realtà l’ho sposata uno o due anni dopo. Fino a che hai 60 anni è normale fare il farfallone e non chiedere il permesso a nessuno.

Qual è la tua città preferita nel mondo?
Ho girato tutto il mondo, ma per me, lo giuro su Dio, non c’è posto in cui vorrei stare più che in America, nessuna città. Qua c’è libertà di pensiero. Vuoi volare? Scusa, stronzo, se l’hanno inventato gli americani. Se non ti piace la notte, bene, gli americani hanno inventato anche la luce. Internet, i fast food, il rock & roll, i jeans: la cultura del mondo è tutta quanta americana.

Qual è l’acquisto più pazzo che ti sei mai concesso?
Non ne ho mai fatti. Vivo in quella che molti considererebbero una casa da ricchi, ma è un investimento. Ho un furgone, è ciò che guido. Porto i jeans fino a quando non cadono a pezzi. Non ho una flotta di auto di lusso. Ho messo da parte un bel po’ di risparmi, ma, quando sei un atleta, competi anzitutto contro te stesso, oltre che contro quelli che cercano di fare meglio di te. I soldi sono uno dei risultati che ottieni, e che puoi quantificare.

Confermi la tua frase di un paio di anni fa, secondo cui il rock è morto?
Ti chiedo: dal 1998 a oggi, chi sono i nuovi Beatles?

Penso a gruppi come Pearl Jam o Radiohead…
Ferma. Parli a un grande fan. Ma se Thom Yorke passeggiasse per la via principale di Pasadena, cosa accadrebbe?

Un sacco di gente sarebbe pazza di gioia…
Stai delirando. Prince sì che era una star, lo vedevi arrivare da miglia di distanza. Il sistema si è rotto. Le rock band sono come i bambini, devono avere tempo per crescere. Ma se devono lavorare per guadagnarsi da vivere, che è quello che succede oggi, questo non può accadere. Sì, il rock è morto. Non che non possa tornare in vita, ma è il business a essere andato. E se il business è morto, allora il rock è morto.

Oltre a tua mamma, chi è il tuo eroe?
Albert Einstein. A scuola faceva schifo, ed era un marpione che non ha mai smesso di amare le belle donne, nonostante la famiglia e i figli. Era unico: aveva una straordinaria facilità di pensare e vedere ciò che ancora non c’era mai stato. Senza di lui, i giapponesi e i tedeschi avrebbero vinto la guerra.

Pensi che Donald Trump stia facendo un buon lavoro?
Non ancora.

Spiegaci meglio.
simmons Be’, io penso che ci si debba sbarazzare di tutti quanti quegli infami dell’Isis in Medio Oriente. La Corea del Nord è un altro grande problema dei nostri giorni. Se Trump riuscisse a sbrogliare queste matasse, sarebbe una bella medaglia sul petto del presidente. Russia e Cina sono solo degli spacconi.

Come vorresti essere ricordato?
Non ci penso, onestamente. Ho avuto una vita meravigliosa, e ogni giorno faccio cose entusiasmanti. Non ho alcun “avrei dovuto, avrei potuto”, non ho rimpianti. So solo cosa vorrei scritto sulla mia tomba: grazie e buonanotte.

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