Foo Fighters, il secret show sfrenato di 'Concrete and Gold' | Rolling Stone Italia
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Foo Fighters, il secret show sfrenato di ‘Concrete and Gold’

La band di Dave Grohl esiste da 22 anni, ma continua a rivendicare il suo spirito rock libero, condiviso e maledettamente divertente

Foo Fighters, il secret show sfrenato di ‘Concrete and Gold’

«I Foo Fighters esistono da ventidue anni. Ventidue anni, capite? È come una famiglia» Dave Grohl lo ripete spesso durante il secret show organizzato a Barcellona per il lancio dell’album Concrete and Gold, «Siamo diventati una di quelle fottute band che suonano negli stadi e nei festival, ma non ci sentiamo poi così lontani da questa situazione». Davanti a lui ci sono 1200 persone radunate a sorpresa in poche ore al BARTS, un club nella zona dei teatri di Barcellona.

«Fa caldo e voi siete veramente rumorosi» dice Grohl versandosi una bottiglia d’acqua in testa. Che fosse un concerto speciale si era capito dal modo in cui Dave Grohl è uscito sul palco. Maglietta nera, lunghi capelli sciolti, chitarra azzurra al collo e uno sguardo incendiario. «Questa sarà una lunga notte» dice prima di iniziare con I’ll Stick Around, seguita da una versione travolgente di All My Life.

La macchina rock’n’roll dei Foo Fighters si accende e per tre ore non smette di scaricare volume, elettricità e melodia sul pubblico. C’è una conoscenza perfetta dei meccanismi dello show nei cenni di intesa tra Dave Grohl e il suo gemello biondo Taylor Hawkins eternamente sorridente, nello sguardo sornione di Pat Smear e nel muro rock costruito dalla combo chitarra-basso-tastiere di Nate Mendel, Chris Shiflett e Rami Jaffee.

Questo concerto non è solo uno showcase di presentazione del nono disco della band. È una festa, e i Foo Fighters sanno come fare festa. «Suoneremo canzoni da tutti gli album, che ve ne pare? Ne volete un’altra?» Dave Grohl scherza e recita, sempre più perfetto nella sua interpretazione del personaggio della rockstar totale, metà semidio della chitarra e metà intrattenitore amico di tutti. Alla fine le canzoni sono tante, oltre 20, da Learn to Fly a My Hero, da Skin and Bones a Breakout, da Congregation a Monkey Wrench fino a Big Me, Best of You e il finale con Everlong. «Facciamo di tutto per suonare il più possibile come dei professionisti, ma noi non ci sentiamo dei professionisti».

È una rivendicazione continua dello spirito rock nella sua versione condivisa, libera e sfrenata, fatta dalla più grande rock band in circolazione, in grado di fare dischi monumentali senza mai dimenticare come si fa a divertire (e a divertirsi parecchio) suonando in un piccolo club, per esempio trasformando gli Olè del pubblico spagnolo in un pezzo punk, o festeggiando il compleanno del roadie barbuto Sean (una specie di Rick Rubin vestito di nero) con una canzone creata al momento.

Non c’è niente che possa fermare questa band quando decide di mostrare la sua passione viscerale e la sua dedizione assoluta alla missione del rock’n’roll. Durante Dirty Water salta l’impianto audio, le chitarre si spengono, Dave Grohl e Taylor Hawkins improvvisano Don’t Stop Me Now dei Queen, torna la corrente e ripartono con My Sharona dei Knack suonata al doppio della velocità.

Si accendono le luci in sala, Dave Grohl guarda la balconata e dice: «Sembra un video di Lenny Kravitz» e la band attacca una cover di Are You Gonna Go My Way, poi improvvisa un intermezzo rock-funk. «Potremmo andare avanti tutta la notte, sapete?» ride Grohl. In mezzo a tutto questo ci sono le canzoni del nuovo album Concrete and Gold, un classico che suona come una dichiarazione definitiva della loro volontà di occupare stabilmente il territorio del rock americano, ed è già perfettamente incastrato nella loro scaletta dal vivo, come se i brani fossero lì da sempre.

Sunday Rain cantata da Taylor Hawkins è una bomba, Run con la sua alternanza di furia metal e aperture melodiche sublimi è il pezzo simbolo di questa fase della loro carriera, in cui lasciano spazio a tutte le loro idee musicali negli album, puntano a sorprendere sempre e non si risparmiano mai dal vivo. «Non ci è mai piaciuto fare i bis, far finta di lasciare il palco e poi tornare, mi sembra una grande stronzata. A me piace parlare tra una canzone e l’altra» dice Grohl, «Non ci piace neanche salutare, perché tanto lo sapete tutti che torneremo presto».

Il rock’n’roll vive sul palco e i Foo Fighters sono qui per ricordare a tutti che suonare bene e divertirsi è l’unica cosa che conta.

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