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Flashback: Elton John e la storia di “Bennie and the Jets”

45 anni fa, la sua celebre hit su una band che non esiste arrivava al primo posto della classifica Hot 100

Questa settimana, ma 45 anni fa, Elton John portò Bennie and the Jets al primo posto della classifica Hot 100. E dopo così tanto tempo, sappiamo davvero poco della band fittizia al centro della canzone, a parte il fatto che la cantante Bennie ha degli stivali elettrici e un vestito di mohair (una fibra di capra tibetana). E che il suo gruppo “weird and wonderful”, i Jets, sembrano un po’ come un completo glam.

Tutto ciò viene raccontato dal punto di vista di una fan sfegatata, che parla della band alle amiche Ronnie e Candy. Come la maggior parte delle canzoni di Elton John, Bennie and the Jets sulle prime doveva avere un testo di Bernie Taupin. «Ho immaginato Bennie and the Jets come una sorta di band proto-fantascientifica» ha raccontato a Rolling Stone nel 2014. «La frontman è questa donna androgina che sembra uscita da una fotografia di Helmut Newton». Elton si immaginò per la prima volta il testo mentre scriveva le canzoni di Goodbye Yellow Brick Road nel 1973. «Sapevo che doveva essere una canzone fuori dagli schemi» ha raccontato. «Una specie di pezzo R&B o funky. I suoni del pubblico sono stati presi da un live che abbiamo fatto alla Royal Festival Hall anni prima. Il tutto è molto stravagante.»

Elton però non lo vedeva come un singolo e dovette lottare contro la MCA Records quando provarono a farlo uscire. «L’unico motivo che mi ha fatto cedere è stato il fatto che il pezzo si è piazzato al primo posto della classifica dei dischi black a Detroit» ha detto il cantante. «Così ho pensato: ‘Oh mio Dio! Sono un ragazzo bianco che viene dall’Inghilterra’. E lì mi sono convinto: ‘OK, avevate ragione’. Ti dimostra soltanto che non puoi vedere un bosco attraverso gli alberi. Ancora oggi, non riesco a vedere quella canzone come un singolo.»

Qualche settimana dopo l’uscita, il singolo raggiunse il primo posto della Hot 100. Da allora Elton l’ha suonata in concerto oltre 2000 volte ed è il numero di apertura del suo Farewell Yellow Brick Road Tour, ma è uno dei pochi pezzi del suo repertorio a suonare meglio su disco che dal vivo. La band ci ha messo un groove magico quando fu registrata allo Chateau d’Hérouville in Francia, qualcosa di semplicemente impossibile da replicare in concerto.

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