FKA twigs: «Shia LaBeouf si vantava di aver sparato a dei cani randagi» | Rolling Stone Italia
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FKA twigs: «Shia LaBeouf si vantava di aver sparato a dei cani randagi»

In un'intervista rilasciata a 'Elle', la musicista è tornata sugli abusi ricevuti dall'attore. «Ha detto che lo faceva per entrare in un personaggio, che non capivo il suo lavoro»

FKA twigs: «Shia LaBeouf si vantava di aver sparato a dei cani randagi»

FKA twigs

Foto: Vianney Le Caer/Invision/AP

In una recente intervista pubblicata su Elle, FKA twigs è tornata a raccontare degli abusi ricevuti da Shia LaBeouf durante la loro relazione e che l’hanno portata a denunciarlo alla fine del 2020.

Secondo Tahliah Barnett – il vero nome di FKA twigs –, l’attore si vantava di aver sparato a dei cani randagi per «entrare nel personaggio» che avrebbe interpretato in The Tax Collector. «Gli ho detto: è una cosa orribile, perché lo stai facendo? Lui ha risposto: “Prendo la mia arte seriamente. Non stai sostenendo la mia arte. Questo è quello che faccio”», ha raccontato la musicista. «”È diverso dalla musica. Io non salgo su un palco per fare qualche mossa. Sono nel personaggio”. Mi ha fatto sentire in colpa, come se non capissi cosa significasse fare l’attore o lavorare con il metodo».

La notizia della denuncia di twigs è apparsa per la prima volta sulle pagine del New York Times, dove la musicista ha spiegato come la loro relazione era diventata sempre più pericolosa. Ha raccontato di tentativi di strangolamento, abusi psicologici e di un incidente avvenuto durante un viaggio in macchina.

L’articolo di Elle approfondisce la storia. Barnett dice che LaBeouf la riempiva d’attenzioni, che dopo ogni discussione le mandava dozzine di mazzi di fiori, ma anche che controllava le sue interazioni con altri uomini. La musicista sostiene anche che LaBeouf le avrebbe trasmesso una malattia venerea e negato tutto, e racconta di aver provato a chiudere la vicenda senza passare per un tribunale. In particolare, gli ha chiesto di «cercare l’aiuto di un professionista per affrontare i suoi problemi con gli abusi; donare denaro a un rifugio che assiste donne vittime di violenza; ammettere di averle trasmesso la malattia e promettere di essere più trasparente con le sue future partner sessuali». La trattativa, però, si è fermata subito.

«Vorrei poter dire di aver trovato forza, di aver visto la luce», dice Barnett di come si è sentita dopo la separazione da LaBeouf. «Vorrei poter dire che lasciarlo è un testamento della mia forza mentale, o che l’ho fatto grazie all’educazione di mia madre. Ma non è così. Non sono più in quella situazione per pura fortuna».

Inizialmente LaBeouf ha reagito alla denuncia con le scuse pubblicate nell’articolo del Times. Poi, a febbraio, ha negato tutte le accuse con un comunicato del suo avvocato. «Dopo la denuncia di Miss Barnett, LaBeouf ha ammesso la sua condotta riprovevole e si è sottoposto a delle cure», ha detto Bryan Freedman, il legale di twigs, a Rolling Stone US. «Nonostante abbia fatto cinque settimane di terapia, continua a negare e manipolare i fatti. Forse è bene che valuti un tipo diverso di aiuto. Non ci sorprende constatare che la mosse legali e il piano di guarigione di LaBeouf non sono altro che maldestre strategie di auto-aiuto».

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