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Festa di Fratelli D’Italia, Cristina D’Avena risponde: «Non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso»

«Sarà un’ottima occasione per dimostrare che la musica unisce, include, conforta. Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l'amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano», dice la cantante dopo le migliaia di critiche ricevute

Foto press

Nelle scorse ore la notizia ha fatto il giro del web: Cristina D’Avena canterà alla festa per il decennale del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia. Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo, ha già annunciato che, dal 15 al 17 dicembre, Piazza del Popolo a Roma sarà divisa in due: da un lato sarà un piccolo di villaggio natalizio, con tanto di stand di solidarietà, mercatino di Natale, presepe vivente e attività ricreative per i bambini. Dall’altra parte della tendostruttura, quella riservata ai “grandi”, si terranno invece i dibattiti politici.

Ma c’è spazio, appunto, anche per Cristina D’Avena, che dopo l’uscita della notizia sulla sua partecipazione, è stata sommersa dalle critiche. Critiche a cui ha deciso di rispondere dal suo profilo Instagram:

«Cari amici,
ho letto nel pomeriggio di ieri, sul web, commenti e considerazioni feroci sulla mia partecipazione alla festa di questa sera, in Piazza del Popolo a Roma. Non credo serva spiegare come mi sia sentita; preferisco ricordare a chi mi ha giudicato, forse con un po’ troppa fretta, chi sono.

Da quarant’anni canto in tutti i posti dove sono ben voluta e accolta. Nelle piazze dei paesi, nei palazzetti delle città, nei teatri, in televisione, nelle feste LGBTQ+ e anche alle Feste dell’Unità. Nei Pride e al Vaticano. E sempre e ovunque con tutto l’impegno e la gratitudine possibili. Perché le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza a chi è cresciuto con loro e a chi le canta assieme a me. Tutti, nessuno escluso.
E questo non è qualunquismo, ma libertà. Stasera, come tutte le altre, non porto ideologie, ma musica. Non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso. Ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera. E se posso trasformare una polemica in qualcosa di più utile, vorrei fosse – questa – un’ottima occasione per dimostrare (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la musica unisce, include, conforta. Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l’amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano. Canto Pollon, i Puffi, Memole, Occhi di Gatto, Mila e Shiro…. Sono inni di leggerezza e di fantasia… e di nessuna altra natura o pretesa.
Vi voglio bene».

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