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Fabri Fibra, il suo auto-regalo: un tour da 41enne

È la notte del suo compleanno, e la festa la fa Fibra al pubblico: quasi due ore di live per un leone da palco (con tanto di inedito)

Fabri Fibra sale sul palco un po’ emozionato. È il giorno del suo compleanno, il 41esimo. “Insomma ho quarant’anni, il rap è una cosa per ragazzini, in Italia è una cosa per ragazzini”, diceva in apertura di Fenomeno. E invece, eccoci qua, con un tour già sold-out in molte date per il più atipico dei rapper di successo di oggi (lui direbbe odiato, ma alla fine a Fibra vogliono bene quasi tutti).

La sensazione tangibile è che sul palco del Live di Trezzo ci sia un leone incazzato che è riuscito a fare successo senza dover per forza seguire le mode, anzi, standone alla larga. La prima dimostrazione stava nel suo disco, che è riuscito ad avere passaggi in radio con hit “sghembe” (l’ultima Stavo pensando a te) o con super tormentoni trombettosi, come Pamplona. Qui, dal vivo, c’è la conferma.

Fibra non c’è sul palco all’inizio, o meglio c’è, rappresentato sullo schermo da un film che racconta la sofferenza tragica, la vita da rapper, e che serve a spezzare tutto lo show. Poi esce, di fronte a un pubblico che festeggia il suo compleanno e dice che per lui potrebbe già finire qui.

A differenza degli altri show live del mondo del rap, questo è un ponte diretto con la golden era. Non ci sono ritmi fighetti, la cassa non viene mai smorzata, anzi. Quando deve spinge ancora di più, con Fibra sul palco a sputare rime a raffica, dritte in faccia. Sorride spesso, Fibra. E non è scontato: l’avevamo conosciuto tormentato, incazzato, qui è a suo agio. È la cosa che gli piace di più stare sul palco e si vede. Scherza con il pubblico, «Sono sette cazzo di mesi che aspetto questa serata».

È la prima volta che Fibra porta sul palco le sue ultime hit e la reazione è caldissima. Uguale a quella che accoglie i pezzi di Mr. Simpatia, che è arrivato a quota 13 anni ma «se qualcuno lo ascolta ancora ci sarà un motivo». Il pubblico è spezzato in due, con i più giovani, che vedono Fibra come un nome da rispettare, e i più maturi – chiamiamoli così, inserendoci anche noi – che riconoscono in lui uno dei primi che ha sfondato le barriere, riuscendo a vivere di rap.

C’è anche tempo per un inedito, incazzato, che si chiama CVDM, un acronimo che sta per Cazzo vuoi da me, qui sopra. Fibra non lo annuncia, lo fa cantare dal pubblico prima ancora di iniziare il pezzo, sapendo che là sopra può dire e fare quello che vuole.

Questo è il suo regalo, lo dice Fibra alla fine. Il compleanno più bello, da passare con i piedi sul palco.

(Eviteremmo di parlare di chi, ancora una volta, ha deciso di spruzzare dello spray al peperoncino in sala, creando un momento di panico che per fortuna è stato subito risolto. Ne parliamo solo per dedicargli la terza canzone della scaletta).

La scaletta del concerto:

Fenomeno
Red carpet
Vaffanculo scemo
Equilibrio
Money for dope
Verso altri lidi
Cronico
La pula bussò
CVDM
Come Vasco
Dipinto di blu
Ogni giorno
Non fare la puttana
Applausi per Fibra
Mal di stomaco remix
Idee stupide
Lascia stare
Alla fine di tutto questo
Bugiardo
In Italia
Vip in trip
Tranne te
Pamplona
Stavo pensando a te

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