Emis Killa e Beatrice Grannò a WOLF: quando la gavetta porta al successo | Rolling Stone Italia
Branded content

Emis Killa e Beatrice Grannò a WOLF: quando la gavetta porta al successo

Il rapper e l’attrice-cantautrice sono stati ospiti nelle nostre interviste per WOLF dove ci hanno raccontato cosa significa fare la gavetta ed uscirne vincitori

Emis Killa e Beatrice Grannò a WOLF: quando la gavetta porta al successo

Nel mondo della musica e del cinema si parla sempre di successo, ma non sempre di gavetta. Il percorso nascosto degli artisti, quello che avviene nell’ombra, è spesso rilegato ad un buffo aneddoto, o poco più. Ma la gavetta ha un ruolo fondamentale nella carriera degli artisti. Certo, alcuni (ma parliamo di una vera esigua minoranza) per fortuna o talento fuori dal comune riescono a bypassare questa piccola parte di vita, ma la maggior parte dei grandi artisti l’hanno fatto e – soprattutto – sono fieri di averla fatta per tutto ciò che hanno potuto imparare per (e a volta dalla) strada.

Nel nostro ciclo di interviste di Rolling Stone per WOLF, la piattaforma di contenuti che indaga sui retroscena dell’industria musicale attraverso le voci di artisti e addetti ai lavori, abbiamo puntato una lente proprio su questi percorsi, facendoci raccontare dai nostri ospiti quello che c’è prima del successo. In questi mesi ci siamo fatti spiegare il percorso scolastico (nel vero senso della parola, proprio partendo dal liceo) del Pagante, le notti infinite in studio di Boss Doms, le gare di freestyle di Fred De Palma, e molti altri. A mettere ancor meglio a fuoco il valore della gavetta sono però stati Emis Killa e Beatrice Grannò che – in due mondi lontani e vicini come quelli della musica e del cinema e della serialità televisiva – ci hanno condiviso due storie di grande lavoro e dedizione che li hanno condotti al successo artistico e alla notorietà.

Per quanto – a livello di percezione – possano sembrano d’età molto differenti, Emis Killa e Beatrice Grannò sono quasi coetanei. La percezione sfalsata è però “colpa” di Emis e del suo essere stato uno dei rapper più precoci della sua generazione; già nel 2007, ad appena 18 anni, parte dalla piazzetta di Vimercate e vince il principale concorso di freestyle italiano (Tecniche perfette) che gli vale un contratto con la Blocco Recordz con la quale a vent’anni pubblica il suo primo lavoro ufficiale Keta Music. A 23 anni invece arriva il suo primo album L’erba cattiva, «uno spartiacque per il rap italiano» come ci racconta nella nostra lunga video-intervista negli studi di Wolf, il suo primo grande successo di pubblico che lo pone subito come uno dei rapper più importanti della sua generazione, tanto che lo scorso anno ha potuto festeggiarlo con sei date di fila sold out a Milano. Sei dischi in 11 anni (l’ultimo, Effetto Notte, pubblicato lo scorso maggio), ma anche Tv (Goal Deejay, Mtv Spit, The Voice of Italy tra Sky, Mtv e la Rai) e tormentoni come Maracanã, il singolo che nel 2014 lo porta per la prima volta in cima alle classifiche. Ora, a 33 anni è considerato un veterano, e ha il rispetto di tutta la scena.

Se Emis Killa è cresciuto rappando in piazzetta a colpi di freestyle, Beatrice Grannò ha conosciuto “la strada” in altro modo, attraverso il teatro di strada e il clowning grazie alla sua compagnia teatrale fondata durante i suoi studi di recitazione a Londra. La gavetta dura a lungo, fino a quando la televisione e il cinema non la notano. Il primo film Mi chiedo quando ti mancherò di Francesco Fei arriva nel 2019, a 26 anni. «Per la prima volta ho sentito che avevo in mano qualcosa di speciale», ci racconta durante la nostra chiacchierata assieme ricordando quei momenti. Da lì tutto comincia per davvero. Lo stesso anno esce anche Tornare di Cristina Comenicini («mi ha sbloccata, mi ha fatto capire molto cose di me»), ma è con il passaggio alla televisione, e più precisamente in Doc – Nelle tue mani (dove recita al fianco di Luca Argentero), che arriva il successo: «Quando ho letto il copione ho detto agli altri: “questa cosa potrebbe essere una bomba”». Per una attrice di teatro, e di cinema, «la tv è stata una scuola», ci spiega, ed è il trampolino di lancio per il successo internazionale. Beatrice viene infatti scelta per la seconda stagione (ambientata in Sicilia) di White Lotus, serie tv di strepitoso successo negli States. Per lei che – oltre alla recitazione coltiva il sogno della cantautrice – il ruolo di Mia, una ragazza e musicista in erba, è perfetto. «Sognavo di far un ruolo dove poter cantare e suonare. Ho sentito di essere ciò che cercavano».

E cosa significa aver successo dopo tanta gavetta? «Ho realizzato che se qualcuno esce di casa e paga un biglietto per venirmi a vedere, significa che per qualcuno sono importante. Non voglio piacere a molti ma il preferito di nessuno, io voglio essere l’artista preferito di qualcuno», ci spiega Emis svelandoci un suo scambio dietro le quinte avuto con il suo insegnamento di piano. E aggiunge: «Va bene il successo e tutto quel mondo, ma ho capito che sto meglio al bar con i miei amici di sempre, in piazzetta, nella mia città. Non è sempre oro quello che luccica». Tutt’altra storia quella di Beatrice: «In Italia sono conosciuta, ma non sono famosa, è differente. In America ora mi conoscono davvero. Lì sono “l’attrice di White Lotus”, e tutti amano White Lotus». E ancora: «Non mi aspettavo tutto questo. Non avrei mai pensato che il mio personaggio sarebbe stato celebrato in questo modo negli States. La risposta del pubblico è stata enorme». Non a caso lei e la sua collega di serie Simona Tabasco sono diventate subito il volto internazionale di Skims, il marco americano di abbigliamento di Kim Kardashian.

Ci sono tanti modi di avere successo, e altrettanti modi per viverlo, ma sicuramente il modo più sano e sicuro per arrivarci è passare per la gavetta. Solo così si può avere un percorso organico, come insegna la storia di Emis Killa, o togliersi importanti soddisfazioni come ci mostra la carriera di Beatrice Garrò. E bisogna poi sapere trovare il modo di viversi questa notorietà al meglio. Emis Killa ha capito che per farlo doveva tornare dai suoi amici, nel suo quartiere, mentre Beatrice ha trovato sfogo nella musica, iniziando una carriera da cantautrice: «Con la musica ho scoperto una parte di me che non conoscevo, più emotiva e meno calcolata rispetto al set».

Per conoscere ancor meglio le storie dietro ai grandi artisti italiani, il consiglio rimane lo stesso: seguire le nostre interviste per WOLF su www.wolfhungryforlife.it .