Elisabetta Imelio, l’addio di Lodo e la vita da musicista indie | Rolling Stone Italia
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Elisabetta Imelio, l’addio di Lodo e la vita da musicista indie

“La musica in fondo è una scusa per dare un senso a tutta questa voglia di stare insieme tra diversi”

Elisabetta Imelio, l’addio di Lodo e la vita da musicista indie

Lodo Guenzi dello Stato Sociale non conosceva bene Elisabetta Imelio, bassista e cantante di Prozac+ e Sick Tamburo scomparsa nella notte tra sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo. “Ma era un pezzo di musica indipendente italiana”, dice. E così l’addio alla musicista che ha pubblicato su Instagram si è trasformato in un piccolo saggio sulla vita dei musicisti indie, i concerti per pochi euro, le fatiche, le critiche. Eccolo:

“E poi ci siamo noi. Noi che siamo su e giù dai furgoni per anni, che la mamma pensa sia solo un periodo che a far così ci si stanca. Noi che troviamo sempre una maniera per non fare i soldi. Noi che non lo facciamo per il successo, e se per caso arriva ce lo rimproverano pure. Noi che scriviamo le canzoni con le parolacce, che abbiamo dormito a casa di sconosciuti in tutta Italia, che abbiamo suonato per 100 euro spendendone 200 in benzina, che facciamo le 6 del mattino a bere perché finché il dj non smonta non si possono caricare gli strumenti e il furgone non può partire, e poi ci tira giù dal letto un tour manager per fare il check a mezzogiorno col sole a picco sulla testa ubriaca. Noi che spesso facciamo dei disastri, che ci innamoriamo per strada di qualcuno che ci portiamo a casa e che resterà a casa quando ripartiremo, noi che mangiamo di notte, che conosciamo a memoria gli autogrill e facciamo le classifiche, noi che a volte devi scegliere se cenare o dormire un’ora e andare al bagno in albergo che altro tempo non ce n’è”.

“Noi che sudiamo addosso alla gente, che ci sentiamo grandi per quanto riusciamo a restare piccoli, noi che in fondo il pop ci fa schifo, noi che chi scrive canzoni per dire che scopa o guadagna più degli altri è solo più sfigato degli altri, che suoniamo gratis per i ragazzi uccisi dalla polizia, che non sappiamo stare zitti, che sogniamo una libertà diversa da quella della classifica FIMI, noi che facciamo i prezzi popolari, noi che non avremmo mai fatto i concorrenti ai talent, noi che meglio 200 date in 19 mesi che un’ospitata nella tv del pomeriggio, noi che ci abbiamo messo il culo e ci abbiamo perso il cuore senza aver venduto l’anima, noi che la musica in fondo è una scusa per dare un senso a tutta questa voglia di stare insieme tra diversi”.

“Non conoscevo bene Elisabetta, ma era un pezzo di musica indipendente italiana. Adesso che l’indie è una categoria di Spotify e nessuno fa musica indipendente, posso solo dire che è la musica per cui ho iniziato a suonare, l’unica per cui ha senso vivere. Ciao Betta. #sicktamburo #love #rocknroll”.

 

 
 
 
 
 
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e poi ci siamo noi. noi che siamo su e giù dai furgoni per anni, che la mamma pensa sia solo un periodo che a far così ci si stanca. noi che troviamo sempre una maniera per non fare i soldi. noi che non lo facciamo per il successo, e se per caso arriva ce lo rimproverano pure. noi che scriviamo le canzoni con le parolacce, che abbiamo dormito a casa di sconosciuti in tutta italia, che abbiamo suonato per 100 euro spendendone 200 in benzina, che facciamo le sei del mattino a bere perché finché il dj non smonta non si possono caricare gli strumenti e il furgone non può partire, e poi ci tira giù dal letto un tour manager per fare il check a mezzogiorno col sole a picco sulla testa ubriaca. noi che spesso facciamo dei disastri, che ci innamoriamo per strada di qualcuno che ci portiamo a casa e che resterà a casa quando ripartiremo, noi che mangiamo di notte, che conosciamo a memoria gli autogrill e facciamo le classifiche, noi che a volte devi scegliere se cenare o dormire un’ora e andare al bagno in albergo che altro tempo non ce n’è. noi che sudiamo addosso alla gente, che ci sentiamo grandi per quanto riusciamo a restare piccoli, noi che in fondo il pop ci fa schifo, noi che chi scrive canzoni per dire che scopa o guadagna più degli altri è solo più sfigato degli altri, che suoniamo gratis per i ragazzi uccisi dalla polizia, che non sappiamo stare zitti, che sogniamo una libertà diversa da quella della classifica fimi, noi che facciamo i prezzi popolari, noi che non avremmo mai fatto i concorrenti ai talent, noi che meglio 200 date in 19 mesi che un’ospitata nella tv del pomeriggio, noi che ci abbiamo messo il culo e ci abbiamo perso il cuore senza aver venduto l’anima, noi che la musica in fondo è una scusa per dare un senso a tutta questa voglia di stare insieme tra diversi. non conoscevo bene elisabetta, ma era un pezzo di musica indipendente italiana. adesso che l’indie è una categoria di spotify e nessuno fa musica indipendente, posso solo dire che è la musica per cui ho iniziato a suonare, l’unica per cui ha senso vivere. ciao betta. #sicktamburo #love #rocknroll

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