Ed Sheeran in aula per difendersi dall’accusa di plagio: «Se fosse vero sarei un idiota» | Rolling Stone Italia
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Ed Sheeran in aula per difendersi dall’accusa di plagio: «Se fosse vero sarei un idiota»

Secondo l'accusa la sua 'Thinking Out Loud' sarebbe troppo simile a 'Let's Get It On' di Marvin Gaye. La parola spetta al giudice

Ed Sheeran in aula per difendersi dall’accusa di plagio: «Se fosse vero sarei un idiota»

Ed Sheeran

Foto: Michael M. Santiago/Getty Images

Ed Sheeran ha testimoniato in un’aula di tribunale di New York per negare le accuse che la sua canzone Thinking Out Loud sia copiata dal classico del soul Let’s Get It On di Marvin Gaye.

L’avvocato che difende gli interessi degli eredi del coautore della canzone di Gaye, uscita del 1973, ha dichiarato di avere prove “schiaccianti” che Sheeran abbia preso elementi del brano per comporre la sua canzone del 2014.

L’avvocato Ben Crump ha fatto queste osservazioni durante l’udienza in cui i legali della star britannica hanno invece chiaramente affermato che Sheeran ha scritto il brano in totale autonomia e senza copiare niente o nessuno.
Il team del querelante ha presentato il filmato di un concerto in cui Sheeran fa un mash-up dei due brani. Per Crump questa sarebbe «una confessione».

«Se quello di cui mi accusato fosse vero, beh, sarei un idiota a fare quel mash-up davanti a 20.000 persone», ha detto Sheeran martedì in risposta alle accuse. «Sono convinto che la maggior parte delle canzoni pop siano costruite su elementi che sono stati liberamente disponibili per centinaia di anni».

L’avvocato di Sheeran, Irene Farkas, ha spiegato alla corte che gli elementi presenti nella canzone di Sheeran sono utilizzati di frequente e non sono stati inventati da Gaye.

Ma l’altra parte non ci sta: «Gli imputati hanno copiato il cuore di Let’s e lo hanno ripetuto continuamente in Thinking, si legge nella causa del 2016. «Le composizioni melodiche, armoniche e ritmiche di Thinking sono sostanzialmente e/o sorprendentemente simili alla composizione della batteria di Let’s. Nel 2019, la causa intentata da chi detiene i diritti delle opere di Ed Townsend, autore insieme a Gaye del pezzo, era stata rinviata dal giudice perché si voleva attendere la risoluzione di una causa simile, intentata contro Stairway to Heaven dei Led Zeppelin).

Alla fine dello scorso anno, nel tentativo di far respingere la causa, gli avvocati di Sheeran avevano sostenuto che gli elementi della canzone in questione erano troppo comuni per essere protetti dal diritto d’autore e che la causa era priva di fondamento, come ha riferito la BBC.

«Non esiste una regola precisa per cui la combinazione di due elementi non protetti non sia sufficientemente numerosa per costituire un’opera originale», ha scritto il giudice Louis Stanton nella sua decisione. «Un’opera può essere soggetta a copyright anche se è interamente composta di elementi non protetti».

Durante il processo, la giuria continuerà ad ascoltare le registrazioni dei brani, concentrandosi sulla melodia, l’armonia e il ritmo del brano. Sebbene la famiglia Gaye non sia coinvolta nella causa contro Sheeran, il precedente stabilito in un altro caso che riguardava la musica di Gaye e Blurred Lines incombe su tutte le nuove richieste di violazione del copyright. In particolare, la corte ha preso in considerazione non solo gli spartiti ma anche gli arrangiamenti in studio e ha stabilito che Blurred Lines ha copiato in modo significativo l’atmosfera di Got to Give It Up. La giuria ha assegnato agli eredi di Gaye un risarcimento di 7,4 milioni di dollari, poi ridotto a 5,3 milioni dal giudice. Come finirà?

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