Ecco perché (e come) Roger Waters ha ri-registrato ‘The Dark Side of the Moon’ | Rolling Stone Italia
The Dark Side of the Moon (Roger’s Version)

Ecco perché (e come) Roger Waters ha ri-registrato ‘The Dark Side of the Moon’

Il musicista l'ha spiegato in una nuova intervista dove parla di Rick Wright al presente: «Non ha niente da dire, non è un artista!». 'Dark Side'? «Tutti e quattro i Pink Floyd hanno contribuito, ma l'ho scritto io»

Ecco perché (e come) Roger Waters ha ri-registrato ‘The Dark Side of the Moon’

Roger Waters

Foto press

La notizia era contenuta nell’ormai celebre intervista concessa dal “genio creativo dei Pink Floyd” al Berliner Zeitung: Roger Waters ha registrato una nuova versione del best seller della band The Dark Side of the Moon, di cui cadrà a marzo il cinquantesimo anniversario. Ora il musicista ha rivelato qualche dettaglio in più parlando col Telegraph.

Waters, che ieri è comparso in video al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per parlare di guerra, di un’invasione “illegale” ma anche delle responsabilità della Nato (il conflitto è per lui «not unprovoked»), ha lavorato alla nuova versione di Dark Side per mesi senza che gli altri Pink Floyd viventi, David Gilmour e Nick Mason, ne fossero a conoscenza. Dice il giornalista del Telegraph che il disco è stato «ri-registrato da zero» e che è sostanzialmente finito. Waters sta lavorando agli ultimi dettagli.

I collaboratori citati da Waters sono il polistrumentista Gus Seyffert e la di lui fidanzata, la cantante siriana Bedouine (Azniv Korkejia), ma anche un ministro battista all’Hammond. Se al Berliner Zeitung Waters ha detto che non ci sono assoli di chitarra, il Telegraph spiega che su Us and Them c’è un assolo, ma di basso. È anche l’unico pezzo in cui Waters suona. In compenso, ha inciso nuove parti vocali, sovrapponendo ad esempio a On the Run «un poema in prosa» scritto dopo un incubo.

L’album è finito e il giornalista del Telegraph Tristram Fane Saunders l’ha sentito per intero e descrive parti come «molto buone». Money, ad esempio, avrebbe ora accenti country, con richiami a Johnny Cash, mentre Breathe è rallentata e acustica. Waters l’ha reinciso perché «non tutti hanno capito di cosa trattava, cosa volevo dire ai tempi». Per questo motivo, ha scelto di enfatizzare il tema che, dice, era già presente nel 1973: la necssità di seguire «la voce della ragione».

Nell’intervista, Waters rivendica al paternità di Dark Side e invita a «liberarsi dalle stronzate» di chi dice che è opera di un collettivo: «Eravamo in quattro, tutti hanno contribuito, ma è un progetto mio, l’ho scritto io». E sui talenti degli ex compagni: «Nick non ha mai preteso di scrivere canzoni. Ma Gilmour e Rick? Non sanno scrivere, non hanno niente da dire. Non sono artisti, non hanno idee, non ne hanno mezza in due. Non ne hanno mai avute e questo li fa impazzire». Rick è ovviamente Richard Wright, è morto nel 2008 e Waters ne parla al presente («come se tenere in vita la rivalità fosse un modo per mantenere in vita anche Rick», annota il giornalista).

Non si sa quando l’album potrebbe essere pubblicato di preciso. L’idea era farlo uscire a marzo, per il cinquantenne di Dark Side of the Moon, ma è stato (almeno per ora) rimandato a maggio. Ci sarà un grande concerto di lancio.

Nell’intervista si accenna anche al nuovo album solista di Waters, The Bar, la cui tale track è stata presentata dal vivo. Parla del bar come allegoria, scrive Saunders, «come simbolo di qualunque luogo in cui si svolga una discussione» aperta a tuttele opinioni.

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