«Ho una domanda», ha detto Zoë Kravitz al suo collega di Caught Stealing Austin Butler e al critico cinematografico di Rolling Stone US David Fear durante un recente gioco a quiz sugli anni Novanta. «Quanti anni avevate quando avete capito cosa significa Pearl Jam? Perché vuol dire sperma, no?».
«Ho anche sentito dire che fosse una marmellata che preparava la nonna di Eddie Vedder, una marmellata allucinogena», risponde Fear. «La prendevi e avevi delle visioni».
La loro confusione sull’origine del nome Pearl Jam è comprensibile. Nei primi anni della band, venivano interrogati sul nome praticamente in ogni intervista. Vedder dava sempre la stessa risposta. «Il mio bisnonno era un nativo, dentro ad allucinogeni e peyote», disse a Kim Neely di Rolling Stone US nell’ottobre 1991. «La bisnonna Pearl preparava questa conserva allucinogena di cui si raccontano un sacco di storie. Però non abbiamo la ricetta».
Alla fine confessarono che la storia della nonna Pearl era “una totale cazzata” in un’intervista di copertina del 2006 con Brian Hiatt di Rolling Stone US. In realtà, all’inizio i Pearl Jam ebbero la sfortunata idea di chiamarsi Mookie Blaylock come la star dell’NBA, e infatti si presentarono così nei loro primi mesi. Man mano che ebbero più successo e stavano per firmare con una major, si resero conto che avevano bisogno di un nome migliore, uno che non li avrebbe probabilmente fatti denunciare da un giocatore dei New Jersey Nets.
Nel febbraio del 1991 andarono a New York per firmare con la Epic. Nei momenti liberi si spinsero fino a Long Island per vedere Neil Young and Crazy Horse, i Sonic Youth e i Social Distortion al Nassau Coliseum. In quel periodo Ament stava già giocherellando con la parola “Pearl”, ma sapeva che serviva qualcos’altro.
«\[Young] suonò tipo nove canzoni in tre ore», raccontò Ament a Hiatt. «Ogni brano era una jam di quindici o venti minuti. È così che “jam” è stato aggiunto al nome. O almeno è così che me lo ricordo io» (per essere pignoli, quella sera suonarono 13 canzoni in 110 minuti. Molti pezzi, tra cui Love to Burn, Like a Hurricane e Love and Only Love, superarono i dieci minuti. Fu davvero un tour grandioso, uno dei migliori della carriera di Young).
Quando emerse la vera storia dietro il nome dei Pearl Jam, ormai per la maggior parte delle persone il racconto della marmellata allucinogena della nonna Pearl si era già cristallizzato come un fatto. E sì, si fece strada anche un’altra teoria, quella in cui si è imbattuta Zoë Kravitz. A onor del vero, non stiamo nemmeno dicendo che abbia sicuramente torto. Nel 1991 mentirono sull’origine del nome. Non possiamo affermare con certezza che non abbiano mentito anche nel 2006. Davvero lo avrebbero ammesso, se il nome fosse stato davvero un riferimento allo “sperma”?
Con ogni probabilità, la parte “jam” del nome viene davvero dal concerto di Neil Young del 22 febbraio 1991 al Nassau Coliseum. È appropriato pensare che il Padrino del grunge non solo abbia gettato le basi musicali per l’intero genere, ma abbia anche ispirato una delle più grandi band grunge a scegliersi un nome degno.












