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È morto Wes Wilson, l’artista psichedelico del rock negli anni ’60

I suoi poster promuovevano i concerti di band come Grateful Dead o Jefferson Airplane, e hanno contribuito a definire l'estetica della Summer Of Love

È morto Wes Wilson, l’artista psichedelico del rock negli anni ’60

L'artista Wes Wilson nel 1978

Foto di Ted Streshinsky/CORBIS/Corbis via Getty Images

È morto a 82 anni Wes Wilson, l’artista che realizzò i poster e le locandine di alcune delle rock band più importanti degli anni ’60. Wilson è venuto a mancare il 24 gennaio nella sua casa di Leanne, in Missouri, come comunicato dal figlio Jason. La causa della morte non è stata tuttavia resa nota.

Nato a Sacramento nel 1937, dopo la leva militare Wilson si trasferì a San Francisco, dove conobbe Bob Carr, il proprietario di una piccola stamperia con cui iniziò a realizzare le sue prime opere. Tra i clienti della stamperia c’erano anche Bill Graham e Chet Helms, due promoter centrali nella scena hippy di San Francisco, che chiesero a Wilson di realizzare i poster per pubblicizzare i concerti al Fillmore Auditorium e all’Avalon Ballroom.

Mentre si trovava a San Francisco, con il suo lavoro Wilson ha contribuito a definire l’estetica degli anni Sessanta, ritratta nei suoi poster utilizzando colori vivaci e testi vorticosi in cui le lettere sembravano fondersi e inseguirsi tra loro. Il suo intento, infatti, era costringere il lettore a soffermarsi sul poster per interpretarne le parole, amplificando così il messaggio che voleva comunicare con le sue creazioni, Wilson, inoltre, realizzò i manifesti per alcune tra le band e gli artisti più rappresentativi di quegli anni, tra cui Grateful Dead, Jefferson Airplane, Van Morrison e i Byrds.

Nel 2015 Wilson realizzò la sua prima copertina per Rolling Stone, ideata per la cover story intitolata The Grateful Dead’s Long Goodbye. «L’idea iniziale era quella di mettere insieme un teschio e delle rose, credevo fosse un’idea divertente. Ho pensato che sarebbe stata una grande idea, ma poi ci hanno ripensato a causa del politically correct di oggi, perché i teschi sarebbero ricollegati alla violenza nelle strade», raccontò Wilson a Rolling Stone. «Il ritratto della band andrà benissimo lo stesso». «Ho provato tre o quattro idee finché non ho trovato quella che funzionava, ho utilizzato lo stesso metodo di lavoro che usavo negli anni ’60».