Mory Kanté è morto a Conakry, nella sua Guinea. Lo conferma il figlio Balla Kanté interpellato dall’agenzia di stampa AFP. Il cantante aveva 70 anni ed era malato cronico. «Si recava spesso in Francia per essere curato, ma non è stato più possibile a causa del coronavirus», ha detto il figlio.
La voce di Mory Kanté era famigliare anche al pubblico italiano grazie al successo tra il 1987 e il 1988 del singolo Yé ké yé ké che nel mondo superò il milione di copie vendute, un fatto raro per un artista africano. Nota anche come Yeke Yeke, la canzone era contenuta nell’album Akawa Beach.
Discendente di una famiglia di griot, i cantastorie dell’Africa occidentale, era cresciuto nel Mali dove aveva imparato a suonare la kora, il liuto africano. Aveva fatto parte della Rail Band, una sorta di leggenda del sound dell’Africa occidentale, ed era stato Ambasciatore di buona volontà della FAO.
«Era un baobab della cultura africana», ha scritto il senegalese Youssou N’Dour dopo aver saputo della morte. Anche il presidente della Guinea, Alpha Condé, ha ricordato il musicista in un tweet: «La cultura africana è in lutto».
Je viens d’apprendre avec consternation le rappel à Dieu de mon frère aîné et référence Maître Mory Kanté. Je ressens un énorme vide aujourd’hui avec le départ de ce baobab de la Culture Africaine. Repose en paix. De ton Frère affligé Youssou Ndour pic.twitter.com/L62RWiEbTh
— YOUSSOU NDOUR (@YoussouNdourSN) May 22, 2020