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RIP

È morto Jimmy Cliff

È scomparso oggi a 81 anni a causa di «una crisi convulsiva a cui è seguita una polmonite» il cantante e attore. È stato uno dei grandi del reggae e uno dei simboli della cultura giamaicana

È morto Jimmy Cliff

Jimmy Cliff

Fotyo: Michael Ochs Archives/Getty Images

Jimmy Cliff è morto a 81 anni. Il cantante reggae (e non solo), simbolo con Bob Marley e altri grandi della cultura giamaicana, si è spento «dopo una crisi convulsiva a cui è seguita una polmonite». Lo ha annunciato sui social la moglie Latifa Chambers in un messaggio firmato anche dai figli Lilty e Aitken.

«È con profonda tristezza che vi comunico che mio marito, Jimmy Cliff, è venuto a mancare a causa di una crisi convulsiva seguita da una polmonite. Sono grata alla famiglia, agli amici, agli artisti e ai colleghi che hanno condiviso il suo percorso con lui. I fan in tutto il mondo sappiano che il loro sostegno gli ha dato forza durante tutta la sua carriera». E ancora: «Spero che possiate rispettare la nostra privacy in questo momento così difficile. Ulteriori informazioni saranno condivise in un secondo momento».

Con brani come Many Rivers to Cross, You Can Get It If You Really Want, Wonderful World, Beautiful People, Reggae Night e le cover di I Can See Clearly Now di Johnny Nash e di Wild World di Cat Stevens, Cliff ha trasformato la positività in un gesto politico. Prima ancora è stato una rude boy il cui mito è stato creato dal film del 1972 The Harder They Come (in Italia Più duro è, più forte cade) che ha portato sullo schermo una Giamaica cruda e magnetica, aprendo al cinema dell’isola una strada che nessuno fino ad allora immaginava.

È stato fra i primissimi a esportare la cultura musicale giamaicana. Lo ha fatto prima ancora di Marley e come lui ha ricevuto l’Ordine al Merito della Giamaica per aver incarnato l’idea del reggae come cultura e resistenza. La sua influenza si estende al rock, basiti pensare per fare un paio di esempi alle collaborazioni con musicisti che vanno dai Rolling Stones a Tim Armstrong dei Rancid e a Bruce Springsteen che ha ripreso dal vivo e rilanciato la sua Trapped.

Il primo ministro giamaicano Andrew Holness lo saluta oggi come un gigante della cultura del suo Paese, uno che «ha raccontato la nostra storia con onestà e anima. La sua musica ha fatto sentire meglio la gente nei momenti difficili, ha ispirato generazioni e ha contribuito a plasmare il rispetto globale di cui gode oggi la cultura giamaicana».

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