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È morto Harry Belafonte

L'artista di origini giamaicane è morto nella sua casa a New York per un'insufficienza cardiaca. Nella sua lunga carriera si era diviso con successo tra musica e cinema, mantenendo la sua identità di attivista per i diritti civili. Aveva 96 anni

Foto: Archive Photos/Getty Images

È morto nella sua casa nell’Upper East Side a New York Harry Belafonte. Il cantante aveva 96 anni. La causa del decesso, stando a quanto dichiarato al New York Times dal suo storico portavoce Ken Sunshine, è stata un’insufficienza cardiaca.

Nato nel 1927 a Harlem da una famiglia di origine giamaicana, Belafonte ha vissuto i suoi primi anni tra la Giamaica e New York. Lascia presto la scuola e si divide tra lavori umili e concerti per sbarcare il lunario e potersi permettere di pagare lezioni di recitazione. Nel 1954 pubblica il suo primo album, ma sarà il secondo, intitolato semplicemente Belafonte, a raggiungere la prima posizione nelle classifiche americane.

Il successo che lo consacra definitivamente arriva nel 1956 ed è l’album Calypso, un omaggio alle sue origini giamaicane e che contiene le hit Banana Boat (Day-O) e Jamaica Farewell. Calypso sarà il primo album della storia americana a superare il milione di copie vendute.

Nella sua lunga carriera Belafonte non è stato solo un cantante, ma anche un attore e un attivista. Nel 1954 l’artista vince un Tony Award (gli Oscar del teatro) come miglior attore protagonista per il suo ruolo nel musical John Murray Anderson’s Almanac. Belafonte diventerà uno dei principali volti neri nella tv americana e reciterà praticamente tutta la vita, apparendo per l’ultima volta in BlackKkKlansman di Spike Lee nel 2018.

Come attivista ha supportato il movimento per i diritti civili negli anni ’50 e ’60, fino a diventare uno dei confidenti di Martin Luther King Jr.; il governo McCarthy lo inserì nella propria lista nera. Nel 1985 ha aiutato l’organizzazione per il brano We Are the World per raccogliere soldi a sostegno dell’Africa.

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