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È morto Gary Brooker dei Procol Harum

Il musicista, co-autore e cantante di ‘A White Shade of Pale’ aveva 76 anni

È morto Gary Brooker dei Procol Harum

I Procol Harum nel 1967. Gary Brooker è il secondo da sinistra

Foto: Daily Mirror/Mirrorpix via Getty Images

Gary Brooker dei Procol Harum è morto sabato 19 febbraio a causa di un cancro. La notizia è stata data dal sito non ufficiale, ma vicino alla band ProcolHarum.com. Per via dell’attività di beneficienza, nel 2003 era stato nominato Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico. Aveva 76 anni.

La creazione più celebre del musicista inglese è A Whiter Shade of Pale del 1967, di cui è co-autore e cantante. È uno dei super classici degli anni ’60. Uscito alla vigilia dell’estate dell’amore, è come noto caratterizzato dal suono dell’organo Hammond M-102 suonato da Matthew Fisher.

Brooker era stato anche in tour con Eric Clapton, con la All Starr Band di Ringo Starr, col gruppo di Bill Wyman dei Rolling Stones, oltre ad aver registrato con Paul McCartney, George Harrison e altri.

A Whiter Shade of Pale [50th Anniversary Stereo Mix]

Brooker era cresciuto a Londra e a soli 17 anni aveva fondato i Paramounts col chitarrista Robin Trower. Dopo la fine del gruppo aveva formato i Procol Harum centrando il successo col primo singolo, A Whiter Shade of Pale appunto, ispirato tra le altre cose alla versione del trio di Jacques Louissier dell’Aria sulla quarta corda di Bach.

La band non ha più ottenuto quel tipo di successo clamoroso, ma ha comunque centrato altre hit fra cui Conquistador e A Salty Dog. Dopo lo scioglimento del gruppo avvenuto nel 1977, Brooker si è diviso tra carriera solista e collaborazioni ed è anche apparso nel film con Madonna Evita.

I Procol Harum hanno ripreso l’attività nel 1991. Quando nel 2005 Fisher ha reclamato i diritti d’autore per A Whiter Shade of Pale, vincendo una causa contro la band, Brooker ha ribattezzato scherzosamente la canzone A Darker Shade of Black prevedendo un futuro in cui «autori, band e musicisti non potranno più entrare in sala di registrazione senza pensare che un giorno uno di loro reclamerà una quota dei diritti d’autore».

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