È morto Aston “Family Man” Barrett, suonò con Bob Marley & The Wailers | Rolling Stone Italia
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È morto Aston “Family Man” Barrett, suonò con Bob Marley & The Wailers

Detto "l'Architetto del Reggae", aveva 77 anni

Aston Barrett

Aston Barrett

Credits: REDFERNS

Aston Barrett, bassista giamaicano noto come “Family Man”, architetto ritmico di leggende del reggae come Bob Marley & The Wailers, Burning Spear e Augustus Pablo, è morto all’età di 77 anni.

La morte di Barrett è stata annunciata sabato sui social media dal figlio Aston Barrett Jr.:

 

 
 
 
 
 
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«È con grandissimo dispiacere che condividiamo la notizia della scomparsa del nostro amato Aston “Familyman” Barrett dopo una lunga battaglia medica», si legge nella caption. «Stamattina il mondo ha perso non solo un musicista iconico e la spina dorsale dei Wailers, ma anche un essere umano straordinario, il cui lascito è tanto immenso quanto il suo talento. La nostra famiglia chiede privacy in questo momento difficile, poiché le parole non possono esprimere la nostra profonda perdita».

Tra i musicisti di studio più rinomati, prolifici e influenti della Jamaica, Barrett era nato a Kingston e, insieme al fratello minore e batterista Carlton, coprì la sezione ritmica dei Wailers per quasi tutto il periodo in cui Marley ne fu frontman. Suo il basso in una serie di album classici che vanno da Soul Rebels (1970) all’LP “postumo” del 1983 (Confrontation).

Quasi ogni canzone divenuta leggenda di Marley & The Wailers presenta il basso di Barrett: I Shot the Sheriff, Get Up, Stand Up, Stir It Up, Jamming, No Woman, No Cry, Three Little Birds, Could You Be Love, Is This Love, e molte altre.

Barrett, soprannominato “Family Man” per il ruolo di leader e guida musicale dei Wailers, «ha svolto un ruolo fondamentale nell’introdurre il suono del ritmo one-drop del reggae al pubblico internazionale». Così ha scritto di lui Rolling Stone US, che lo ha inserito nella lista dei 50 migliori bassisti di tutti i tempi. «Ma l’influenza di questo “Architetto del Reggae” si estese ben oltre quel genere, arrivando al pop, all’R&B e al funk: la sua marcia al basso nella traccia strumentale del 1969 The Liquidator, degli Harry J. All Stars, avrebbe poi servito direttamente come modello per il successo di I’ll Take You There degli Staples Singers, tre anni dopo».

Oltre al suo decennale periodo con i Wailers, Barrett suonò con gli Upsetters di Lee “Scratch” Perry, gli Aggrovators e la band di casa di King Tubby, lavorando ad acclamati album reggae di Peter Tosh (Equal Rights), Max Romeo (Revelation Time), Keith Hudson (Pick a Dub) e I-Roy (Truth and Rights), per citarne alcuni.