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RIP

È morto Alberto Radius

Aveva 80 anni. Ne dà notizia la famiglia: «Dopo una lunga malattia, si è spento serenamente, accanto ai suoi affetti più cari»

È morto Alberto Radius

Alberto Radius

Foto: Silvia Saponaro, per gentile concessione di Alberto Radius

È morto Alberto Radius. Il chitarrista, celebre per avere suonato coi Formula 3 e per le tante collaborazioni, tra cui quelle con Lucio Battisti e Franco Battiato, aveva 80 anni.

Ne dà notizia la famiglia: «È con profondo dolore e tristezza che la famiglia del maestro Alberto Radius condivide la notizia della sua scomparsa. Dopo una lunga malattia, si è spento serenamente, accanto ai suoi affetti più cari. La famiglia del maestro Radius chiede, in questo difficile momento, che sia rispettata la privacy che lo ha sempre contraddistinto».

Lo ricordano in questi minuti sui social tra gli altri Mario Lavezzi («chitarrista di una straordinaria personalità artistica. Unico nel suo modo di suonare lo strumento. Abbiamo vissuto insieme bellissimi momenti con Battisti, la Numero Uno e Il Volo»), Massimo Luca («pioniere della chitarra elettrica italiana»), Francesco Magnelli dei C.S.I. («rimarrai nei libri di storia per quanto hai lasciato alla musica italiana»), Ricky Portera («addio Amico mio… mi mancherai… fai buon viaggio»), Pietruccio Montalbetti («era un grande musicista e una persona per bene e un amico, sono profondamente addolorato»), Luca Colombo («chitarrista innovatore, ispiratore e dotato di una voce chitarristica speciale e riconoscibile»).

A questo link trovate la nostra ultima intervista con lui, realizzata un anno fa. Diceva a proposito degli 80 anni che avrebbe compiuto a giugno e della malattia: «Per adesso sono contento di aver passato tutte le malattie. Per fortuna non ho mai fumato neanche una sigaretta quando era normale farlo. Così come le droghe, che nel nostro ambiente circolavano in quantità. Gli altri sapevano che non usavo e non toccavano il cane… sennò li mordevo. Mi hanno operato al cuore, alla vescica, ultimamente a un polmone per un tumore, mi sono già rotto le gambe, il polso sinistro proprio qui in salotto quando sono scivolato sul tappeto. Pensa che avevo una serata in Sicilia due giorni dopo. Ho suonato lo stesso con un tutore. Facevo qualche nota, quando mi si addormentava la mano andavano avanti gli altri e poi ricominciavo. Se non mi diverto sto a casa, se mi diverto suono anche gratis».

Del passato, diceva, «me ne frega fino a un certo punto». Avrebbe mai pensato di arrivare a 80 anni?
«A 50 anni mi dicevo che dopo i 70 è tutto regalato. Ora mi dico che dopo i 100 è tutto regalato. Io sono molto attaccato alla vita, la amo profondamente. Voglio ancora divertirmi. Se fai un lavoro che non ti piace è dura andare avanti, basta andare alle Poste per verificarlo».

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