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RIP

È morto Ace Frehley dei Kiss

Il chitarrista aveva 74 anni. La conferma dalla famiglia. Sarebbe peggiorato dopo la caduta nel suo studio che gli ha causato un’emorragia cerebrale

ace frehley

Ace Frehley

Foto: Michael Loccisano/Getty Images

È morto Ace Frehley. L’ex chitarrista dei Kiss aveva 74 anni. Un paio di settimane fa il suo account ufficiale informava che a causa di una «piccola caduta» era stato costretto a cancellare un concerto, ma stava bene e contava di riprendere il lavoro sul suo prossimo album Origins Vol. 4. Le cose purtroppo non sono andate così e lo scorso 6 ottobre un nuovo messaggio ufficiale rendeva noto che «a causa di problemi di salute persistenti, Ace ha preso la difficile decisione di cancellare tutte le date rimanenti previste nel 2025».

Dopo alcune voci sul peggioramento del suo stato di salute, la notizia della morte arriva dalla famiglia: «Siamo sconvolti e affranti», si legge in un comunicato. «Nei suoi ultimi istanti di vita, abbiamo avuto la fortuna di poterlo abbracciare con parole, pensieri, preghiere e manifestazioni di amore premurose e pacifiche mentre lasciava questa terra. Conserviamo con affetto i ricordi più belli che ci ha lasciato e le sue risate, celebriamo la forza e la gentilezza che ha donato agli altri. La portata della sua scomparsa è di proporzioni epiche e va oltre ogni comprensione. Riflettendo su tutti i suoi incredibili successi nella vita, il ricordo di Ace continuerà a vivere per sempre».

La causa della morte non è stata comunicata. Secondo il sito TMZ che per primo ha dato notizia del peggioramento delle sue condizioni, il musicista ha avuto un’emorragia cerebrale a seguito della caduta nello studio. Sempre secondo TMZ, sarebbe stata la famiglia a staccarlo dal respiratore che lo teneva in vita.

Da ragazzo, quando viveva nel Bronx, Frehley era indeciso se dedicarsi allo sport o al rock. Dopo un incidente sul campo ha capito che continuare a giocare era «una stronzata» e che non poteva rivinarsi le mani perché «la chitarra viene prima d’ogni altra cosa». A spingerlo verso il lato teatrale del rock è stato un concerto degli Who visto a Manhattan. «Mi hanno folgorato. Mai visto niente del genere. È stata la svolta».

Entrato nei Kiss dopo aver letto un annuncio sul Village Voice, ha attirato con la band l’attenzione sia con la musica che col trucco anche se all’inizio, come ricordava nel 1976, «era un trucco femminile, tipo quello dei New York Dolls. Loro erano la band che andava più forte, avremmo voluto essere come loro, ma non eravamo nessuno. Non avevamo il loro fisico, non avevamo il loro corpi minuti e magri, così abbiamo deciso di puntare tutto su un look forte, nero e argento».

Il successo mainstream è arrivato solo a metà anni ’70 e con esso anche le droghe, tra cui la cocaina. «C’era talmente tanta coca da impazzire. Io prima di allora non me l’ero mai fatta. Mi piaceva bere. Ma una volta che ho iniziato con la coca, bere mi è piaciuto ancora di più. Da lì è stato un disastro. Mi sono reso la vita difficile da solo, andavo spesso in studio coi postumi e a volte non ci andavo proprio».

Oltre ad essere l’autore del disco solista di maggior successo fra i quattro pubblicati dai Kiss nel 1978, Frehley era anche quello che soffriva più certi aspetti frivoli della fama. «Eravamo nati come gruppo hard rock e ora a vederci venivano bambinetti e ragazzine. Dovevo stare attento a non imprecare al microfono. Era diventato un circo».

Frehley ha lasciato la band nel 1982. «Credevo che se fossi rimasto nel gruppo mi sarei suicidato. Tornavoa casa dallo studio e mi veniva voglia di schiantarmi contro un albero». Ha pubblico con la sua band, i Frehley’s Comet, e si è poi ricongiunto ai Kiss per l’MTV Unplugged del 1995 e il tour del 1996, ma nell’album Psycho Circus del 1998 compare in un solo pezzo. «Non mi hanno invitato in studio», ha detto a Ultimate Classic Rock nel 2014.

Ha lasciato per la seconda e definitiva volta la band nel 2002, sostituito da Tommy Thayer. Da allora è andato avanti come solista, continuando a suonare pezzi dei Kiss. Il suo ultimo concerto è stato il mese scorso all’Uptown Theater di Providence, Rhode Island. Si è chiuso con Rock and Roll All Nite.

«La mia vita» diceva «è stata un giro sulle montagne russe, ma in qualche modo sono sempre riuscito ad atterrare in piedi… e con la chitarra in mano».

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