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RIP

È morta Tina Turner

Cantante e performer leggendaria, role model per generazioni di dive R&B e soul, è «morta in pace oggi a 83 anni dopo lunga malattia», informa la famiglia. Ecco in sintesi la sua storia, magnifica e drammatica

Foto: Jack Robinson/Hulton Archive/Getty Images

È morta Tina Turner. «La regina del rock’roll», si legge in una dichiarazione della famiglia, «è morta in pace oggi all’età di 83 anni dopo lunga malattia nella sua casa di Küsnacht, vicino a Zurigo. Con lei, il mondo perde una leggenda della musica e una role model».

Fin dall’epoca delle performance col marito Ike Turner, è stata una voce formidabile e disinibita della musica black. La sua influenza sui cantanti rock, soul e rhythm & blues è incommensurabile e va da Mick Jagger a Beyoncé.

Aveva una presenza scenica unica e, specie nella fase matura della carriera, dopo essersi liberata dall’influenza di Ike e avere riacciuffato il successo, è diventata modello di ruolo e simbolo di sopravvivenza e cambiamento.

Nata Anna Mae Bullock il 26 novembre 1939, era crescita a Nutbush, Tennessee, come avrebbe raccontato in uno dei suoi pezzi già celebri, Nutbush City Limits. I suoi genitori erano, nelle sue parole, «contadini benestanti». Non si amavano, ha detto Turner della madre e del padre, «e litigavano in continuazione». La madre se n’è andata quando lei aveva 10 anni, il padre tre anni dopo. La ragazza è andata a vivere con la nonna a Brownsville, Tennessee.

Aspirante infermiera, frequenta con la sorella Ruby Aillene i locali notturni di St. Louis. Lì vede per la prima volta Ike Turner esibirsi come bandleader dei Kings of Rhythm. La ragazza ha solo 18 anni. Viene invitata da Ike a unirsi al gruppo come cantante.

Nel 1958 compare sulla sua prima incisione, Box Top, e dà alla luce il primo figlio, Raymond Craig, con Raymond Hill, sassofonista dei Kings of Rhythm, per poi trasferirsi da Ike per aiutarlo a crescere i due figli di lui. Su suggerimento di Ike, col quale intreccia una relazione, cambia nome in Tina Turner. Due anni dopo Ike & Tina pubblicano il primo singolo A Fool in Love, seguito da It’s Gonna Work Out Fine, che frutta la prima nomination ai Grammy.

«Successo e paura andavano di pari passo», avrebbe raccontato in seguito, sottolineando in particolare la paura di Ike di perderla dopo il successo di A Fool in Love. Ike la tradisce e Tina sa che le canzoni parlano spesso delle relazioni sessuali di lui. Quando si rifiuta di andare in tour con lui, Ike inizia a picchiarla. Eppure lei non se ne va. «Ero fedele a Ike e non volevo ferirlo. Sapevo che se me ne fossi andata non ci sarebbe stato nessuno a cantare, ero in preda al senso di colpa. Persino dopo che mi aveva picchiato ero dispiaciuta per lui. Forse mi aveva fatto il lavaggio del cervello». I due si sposano nel 1962 a Tijuana. Per Ike, è il sesto matrimonio.

Con Phil Spector i due diventano protagonisti del programma televisivo TNT Show e pubblicano il loro capolavoro River Deep, Mountain High. Il primo Grammy arriva per la leggendaria versione di Proud Mary dei Creedence Clearwater Revival. Intanto Turner recita in Tommy, il film di Ken Russell tratto dall’opera rock degli Who. Il matrimonio è sempre più in crisi, con Ike violento e cocainomane. Dopo avanti tentativi di lasciarlo, nel 1968 Turner tenta il suicidio. Il divorzio arriverà solo nel 1976.

«Non sapevo come guadagnare per campare», dirà in seguito la cantante. «Ike pensava che non sarei stata in grado di trovare casa, eppure l’ho fatto. Mi mandò i bimbi e i soldi per il primo affitto, pensava che sarei tornata. La prima notte dormimmo sul pavimento. I mobili li ho presi in affitto».

Ha una voce unica ed era una star, eppure dopo la separazione fatica ad affermarsi come solista. I suoi primi dischi, a partire da Tina Turns the Country On! del ’74, precedente la rottura, non vanno granché bene ed è costretta ad andare in tour per otto anni per pagare i debiti contratti. Finisce per cantare in contesti scialbi, varietà televisivi, giochi a premi. Fatica persino a trovare un buon contratto discografico.

Gli ’80 sono gli anni del riscatto, a partire dal remake di Ball of Confusion dei Temptations fatto dagli Heaven 17 con lei. Il successo del pezzo frutta un contratto con la Capitol per la quale incide l’album del grande ritorno Private Dancer, con la title track scritta da Mark Knopfler dei Dire Straits, e poi What’s Love Got to Do With It e Let’s Stay Together, tutte hit. Da veterana degli anni ’60, torna ad essere una star, anche grazie a MTV.

È l’inizio di una nuova stagione al centro del pop mondiale che va da We Don’t Need Another Hero alla partecipazione al Live Aid con Mick Jagger fino all’uscita dell’autobiografia I, Tina dove racconta dettagli inediti e drammatici sul matrimonio con Ike. Il risultato non è solo un best seller che in qualche modo crea un modello che altre rockstar seguiranno, ma anche un libro che dà speranza alle sopravvissute agli abusi domestici. Di più: Turner contribuisce a far sì che la violenza domestica entri nella conversazione pubblica.

«Non voglio dipendere da un uomo per il mio sostentamento», diceva all’epoca. «Non voglio più avere paura. Pensavo di dovermi sposare per ottenere quel che volevo nella vita, ho scoperto che potevo averlo da sola e questa cosa mi è piaciuta».

I ’90 sono il decennio della conferma. Nel 1993 I, Tina diventa il film What’s Love Got to Do with It con Angela Bassett nel ruolo principale e Laurence Fishburne nei panni di Ike. Seguiranno altri Grammy, per Better Be Good to Me, collaborazioni, un ultimo album nel 1999, Twenty Four Seven. Tra il 2008 e il 2009 è in tour per il 50esimo anniversario della carriera e diventa oggetto del musical Tina basato sulla sua vita. E però il racconto continuo della sua vita e del periodo trascorso con Ike in film, musical e documentari ha un prezzo: dover rivivere quei traumi e sentirsi chiedere continuamente di Ike anche dopo la morte di lui avvenuta nel 2007.

Turner ha vissuto prima in Germania e poi in Svizzera col discografico tedesco Erwin Bach. Tre settimane dopo il matrimonio avvenuto nel 2013 ha avuto un ictus. Ha avuto un cancro all’intestino. A causa di un’insufficienza renale, Bach ha donato un rene alla moglie nel 2017. «Incredibilmente», scriveva nel libro di memorie del 2018 My Love Story, «considerando quanto tempo eravamo stati insieme, c’era ancora chi pensava che Erwin m’aveva sposata per i soldi e per la fama».

Nel 1986, ripensando alla connessione creata col pubblico, diceva che «le mie canzoni sono un po’ la vita di tutti quelli che m’ascoltano. Devo cantare cose in cui la gente può riconoscersi. E là fuori ci sono delle persone violente. Il mondo non è perfetto e tutto questo finisce nella mia performance».

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