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È morta Betty Davis, la regina incompresa del funk anni ’70

Aveva 77 anni. Era tosta, femminista, sexy in modo sfrontato: la sua influenza è stata sotterranea, ma duratura. Era stata lei a introdurre il marito Miles Davis al rock

È morta Betty Davis, la regina incompresa del funk anni ’70

Betty Davis nel 1969

Foto: Anthony Barboza/Getty Images

È morta Betty Davis, una delle regine del funk americano anni ’70. Aveva 77 anni. Non era celebre quanto altre protagoniste della black music dell’epoca e ha avuto una carriera breve. Era anzi nota soprattutto per essere stata la moglie di Miles Davis. Era tosta, femminista, sessualmente libera: la sua influenza è stata sotterranea, ma duratura.

Nata nel 1945, ha cominciato a fare musica negli anni ’60 col nome di Betty Mabry. È sua Uptown (To Harlem) dei Chambers Brothers, che apre la colonna sonora del film di Questlove Summer of Love. È stata sposata con Miles Davis per un solo anno – è lei sulla copertina dell’album di lui Filles de Kilimanjaro – ma ha contribuito a far conoscere al jazzista la musica rock, una svolta che avrebbe portato a Bitches Brew.

Aveva debuttato nel 1973 con l’album Betty Davis, firmando nel giro di tre anni una tripletta completata da They Say I’m Different del 1974 e Nasty Gal del 1975, prodotti con grandi musicisti. Il timbro sporco e quasi volgare della voce, il carattere sfrontatamente sensuale della musica e delle performance, il femminismo hanno anticipato tendenze, anche se i suoi dischi non hanno mai ottenuto il successo che meritavano. Non era né una donna di chiesa, dove si erano fatte le ossa tante cantanti afroamericane, né una entertainer piaciona. La sua figura di donna sexy, nera e forte, una leader controcorrente nell’industria musicale maschilista negli anni ’70 ha influenzato Janelle Monáe, Erykah Badu, Jamila Woods, tra le tante.

Dopo quei tre album Davis si è sostanzialmente ritirata dal mondo della musica: per i successivi 40 anni non ha pubblicato dischi. «Quando mi hanno detto che era finita, l’ho accettato», ha detto al New York Times nel 2018. «Nessuno ha mai bussato alla mia porta».

Nel 2009 l’etichetta Light in the Attic ha stampato il suo quarto album Is It Love or Desire, inciso nel 1976 e rimasto inedito fino a quel momento. Nel 2017 è stata al centro del documentario Betty: They Say I’m Different. Nemmeno il rinnovato interesse per il suo raw funk l’ha convinta a tornare sulle scene e quando nel 2019 ha pubblicato la sua prima canzone, A Little Bit Hot Tonight, l’ha affidata all’amica Danielle Maggio.

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