Drake ci riprova. Ieri ha depositato un appello alla decisione della giudice Jeannette A. Vargas di respingere la causa che il cantante ha intentato contro Universal Music Group per il testo di Not Like Us di Kendrick Lamar.
Com’è noto, nel pezzo, il più celebre della serie di diss che l’americano e il canadese si sono scambiati l’anno scorso, Lamar definiva Drake tra le altre cose un «certified pedophile». Per il canadese è un’affermazione diffamatoria. Non lo è per la giudice federale che lo scorso 9 ottobre ha respinto la causa poiché, tenendo conto del contesto, vale a dire un diss rap, quelle parole non possono essere interpretate come accuse reali e quindi non possono dar luogo a una azione legale.
«L’ascoltatore medio» scriveva la giudice «non ha l’impressione che il diss sia il prodotto di un’indagine ponderata o disinteressata, e che quindi trasmetta al pubblico contenuti verificabili e basati su fatti accertati».
Drake contesta questa lettura e ora, dice un suo portavoce, «attendiamo con impazienza che nelle prossime settimane la Corte d’appello esamini il ricorso».













