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DJ Khalab e la musica tra i Tuareg

Il producer (che stasera suonerà al Flowers Festival di Collegno, provincia di Torino) ha visitato un campo profughi. Ecco la sua avventura

In tempi di appropriazione culturale digitale, fatta, cioè, andando a spulciare video su YouTube a raffica, vedere qualcuno che si imbarca in un viaggio verso i deserti dell’Africa fa tirare un sospiro di sollievo. Soprattutto se è andato da quelle parti per fare musica assieme ai Tuareg.

L’avventura di DJ Khalab (che questa sera sarà al Flowers Festival di Collegno, provincia di Torino) nel deserto della Mauritania nasce grazie a Intersos, una ONG sensibile al tema delle migrazioni. «Mi hanno invitato a visitare il campo profughi di Mbera, nel deserto della Mauritania. Lì ci sono 50mila persone, per la maggior parte Tuareg. Hanno una cultura musicale molto forte». E proprio grazie a questa sensibilità artistica, Khalab ha parlato e suonato con loro. «Abbiamo fatto musica insieme per una settimana, sarà tutto registrato e finirà in un disco, a nome DJ Khalab e Mbera Ensemble».

Khalab ha dovuto muoversi in punta di piedi per questo progetto, perché troppe volte certe culture sono state saccheggiate senza rispetto. «C’è stato un lavoro diplomatico molto forte, io ho fatto capire che il mio lavoro è quello di contestualizzare quello che fanno loro in un ambiente nuovo. Quasi nessuno è uscito da quel campo negli ultimi 20 anni, ho provato a raccontar loro anche il mondo esterno».

Oltre a questo, Khalab ha anche fatto conoscere ai Tuareg le nuove tecnologie musicali. «Sono molto interessati al nostro mondo, per quanto superficiale sia in confronto al loro. C’è un chitarrista cieco tra di loro che ha imparato a suonare la chitarra cercando di imitare le canzoni rock che sente dalla sua radiolina. E a me chiedevano solo se ero mai stato a suonare a Londra».

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