Potete ascoltare il disco d'oro che la NASA ha mandato nello spazio nel 1977 | Rolling Stone Italia
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Potete ascoltare il disco d’oro che la NASA ha mandato nello spazio nel 1977

Oltre un'ora di registrazioni, dai saluti in 55 lingue a "Johnny B. Goode" di Chuck Berry. Voyager 1 è ancora in funzione e attualmente è uscita dal Sistema Solare

Il disco placcato in oro montato sulla sonda. Sul retro ci sono le istruzioni per riprodurlo correttamente. Foto: NASA

Il disco placcato in oro montato sulla sonda. Sul retro ci sono le istruzioni per riprodurlo correttamente. Foto: NASA

Nel 1977, la NASA piazzò sopra alla sonda spaziale Voyager 1 un disco d’oro con sopra incisi vari suoni e musiche provenienti dal nostro pianeta. Casomai la macchina, incaricata di esplorare Giove e Saturno, fosse capitata in mani (o protuberanze) appartenenti a una vita extraterrestre.

All’interno del disco placcato in oro, un comitato presieduto dall’astronomo e autore di fantascienza Carl Sagan incise da Johnny B. Goode di Chuck Berry a Stravinsky, dai suoni degli aborigeni australiani ai saluti in 55 lingue. C’è persino un “hello” dell’allora Segretario Generale dell’ONU, Kurt Wadheim.

Voyager 1. Immagine: NASA

Voyager 1. Immagine: NASA

È interessante notare che la sonda dal momento del lancio nel 1977 non ha smesso di funzionare, aggiornando costantemente la Terra con immagini e dati del suo viaggio. Dopo aver costeggiato Giove nel 1979 e Saturno nel 1980 (più annessi satelliti), Voyager ha proseguito il suo viaggio, che da interplanetario è diventato ufficialmente interstellare. Era il 25 agosto 2012. Si prevede che dal 2017 il flusso di dati si interromperà perché il giroscopio che orienta l’antenna verso la Terra smetterà di funzionare correttamente.

Da un paio di giorni, l’intera registrazione incisa sul disco è disponibile online sul sito della BBC. Attualmente, la sonda si sta dirigendo verso la costellazione dell’Ofiuco ed è l’oggetto costruito dall’uomo più distante dal pianeta Terra, a quasi 20 miliardi di chilometri di distanza.
Pensate che a inizio carriera c’era chi sosteneva che Chuck Berry non sarebbe mai andato lontano con la sua musica.