Diaframma a disegni: Federico Fiumani e il fumettista Fior sullo stesso palco | Rolling Stone Italia
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Diaframma a disegni: Federico Fiumani e il fumettista Fior sullo stesso palco

ll cantante dei Diaframma Fiumani e il famoso fumettista eccezionalmente insieme. Ci raccontano com’è andata

Illustrazione di Fior

Illustrazione di Fior

Quando me l’hanno proposto ero curioso ed eccitato. 5ooo canzoni al secondo ovvero un concerto a fumetti. Questo dovevamo mettere in scena Manuele Fior e io la sera del 15 aprile al Teatro Politeama di Poggibonsi in provincia di Siena. Un evento unico, ideato dall’Associazione Scintilla che, per usare le loro parole, “non voleva creare una fusione a freddo, perché amano quando esiste una relazione vera e necessaria tra gli artisti”.Doveva essere un’associazione libera, quindi, che lasciava spazio all’improvvisazione. Il risultato inevitabilmente avrebbe avuto qualcosa di imperfetto, che però alla fine si sarebbe mostrato come la massima perfezione possibile, di questo ero convinto. Infatti è andata bene. È stata una bella serata con un pubblico molto caloroso, la sala piena e una buona organizzazione. Manuele e io ce l’abbiamo messa tutta per dare il meglio. È vero che ci conosciamo da diverso tempo, ma seguiamo percorsi molto diversi, sia artistici che esistenziali.Durante il live, mi è capitato di suonare fissando una lampada che avevo davanti, e le poche volte che osservavo il pubblico notavo che tutti guardavano lo schermo che proiettava i disegni di Manuele e nessuno guardava me. Devo dire che è la prima volta che mi capita. È comprensibile, ma ci sono rimasto abbastanza male lo stesso. Per farmi coraggio pensavo: vabbè, domani suonerò a Bergamo col gruppo, e andrà di sicuro meglio (ma ovviamente mi sono anche chiesto: e se invece andasse sempre così?).
Noi Diaframma in questo periodo stiamo portando in giro un concerto che si chiama Performing Siberia, cioè suoniamo dal vivo tutto il nostro primo album dell’84, per festeggiare i suoi 30 e passa anni. Un disco che è il manifesto della New Wave italiana, dicono, e la mia pensione a vita, dice mia madre. L’idea mi venne l’estate scorsa andando a vedere i Television, da sempre mio gruppo preferito, che rifacevano tutto il loro Marquee Moon, il loro primo album del 1977. Andremo avanti fino a fine anno, poi non so cosa farò, magari un disco nuovo, ma per il momento non ho ancora scritto nulla. Poi, finito il concerto, c’è stato un tripudio generale. La gente urlava per il bis e allora è avvenuta questa bella magia che produce solo la musica: mentre suoni pensi che la gente si stia annoiando a morte. E invece no, non è così.

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