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Decreto Rilancio, ecco le misure per il mondo della musica

Quella più importante per chi va ai concerti riguarda i voucher emessi per gli show cancellati: saranno validi per 18 mesi

Decreto Rilancio, ecco le misure per il mondo della musica

Foto: Anthony Delanoix/Unsplash

I voucher per i concerti cancellati saranno validi per 18 mesi, e non 12 come era previsto fino a oggi. Lo stabilisce il Decreto Rilancio presentato ieri sera. Fra le tante misure contenute ve ne sono alcune specifiche per il settore della musica. Va da sé che anche ad aziende e lavoratori dello spettacolo saranno applicabili altre misure di carattere generale contenute nel decreto, tra cui l’indennizzo a fondo perduto per le piccole imprese.

Voucher per i concerti annullati
Come abbiamo spiegato in questo articolo, il decreto legge del 17 marzo 2020 prevede che gli organizzatori non rimborsino gli acquirenti di biglietti per i concerti cancellati a causa del Covid-19. Al posto di rifondere denaro emettono voucher di pari importo al titolo di acquisto validi per concerti dello stesso organizzatore che si tengono nei 12 mesi successivi all’emissione. Il Decreto Rilancio estende tale periodo a 18 mesi e specifica che l’emissione dei voucher “assolve i correlativi obblighi di rimborso e non richiede alcuna forma di accettazione da parte del destinatario”.

Aumento dei fondi
I fondi stanziati per sostenere i settori dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo a seguito delle misure di contenimento del Covid-19 passano da 130 a 245 milioni per l’anno 2020. È istituito un fondo emergenze di 210 milioni di euro destinato in parte al ristoro delle perdite derivanti dall’annullamento di spettacoli. Sarà il Ministero del beni culturali a stabilire la ripartizione.

Fondo Unico per lo Spettacolo
Come abbiamo spiegato qui, il FUS è il meccanismo grazie al quale il governo centrale eroga contributi destinati alle attività di spettacolo dal vivo considerate di rilevante interesse generale. Il Decreto Rilancio stabilisce una distinzione fra i beneficiari del FUS: da una parte le fondazioni lirico-sinfoniche, dall’altra gli altri soggetti.

La quota del FUS destinata alle fondazioni lirico-sinfoniche per l’anno 2020 e per l’anno 2021 è “ripartita sulla base della media delle percentuali stabilite per il triennio 2017-2019, in deroga ai criteri generali e alle percentuali di ripartizione”. In sostanza, la parte del fondo destinato alle fondazioni non avrà alcuna flessione. Per l’anno 2022, i criteri saranno adeguati in ragione dell’attività svolta a fronte dell’emergenza sanitaria da Covid-19, delle esigenze di tutela dell’occupazione e della riprogrammazione degli spettacoli.

Gli altri beneficiari del FUS avranno un anticipo del contributo pari all’80% dell’importo riconosciuto per l’anno 2019. I criteri per l’erogazione del restante 20% verranno stabiliti dal Ministro per i beni e le attività culturali “tenendo conto dell’attività svolta a fronte dell’emergenza sanitaria da Covid-19, della tutela dell’occupazione e della riprogrammazione degli spettacoli”.

Gli organismi dello spettacolo dal vivo possono utilizzare le risorse erogate per l’anno 2020 per integrare le misure di sostegno del reddito dei propri dipendenti.

La piattaforma digitale
Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo realizzerà una piattaforma digitale per la fruizione del patrimonio culturale e di spettacoli. È quello che il ministro Dario Franceschini ha chiamato “Netflix della cultura”. Ci saranno condizioni e incentivi affinché chi beneficia di finanziamenti pubblici usi la piattaforma. In basso ci sono 10 milioni di euro per l’anno 2020.

Indennità ai lavoratori
Gli iscritti al Fondo lavoratori dello spettacolo avranno una indennità di 600 euro per aprile e per maggio, se non sono titolari di rapporto di lavoro dipendente o di pensione.