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De Andrè: un gigante di magnetismo, con una fiction in arrivo

Dori Ghezzi racconta la magia di Faber con il cofanetto "Tu che m'ascolti insegnami" , accompagnata dalle prime immagini di "Principe Libero", la fiction di Rai Uno con Luca Marinelli
Fabrizio De André è nato a Genova nel 1940. È scomparso nel 1999. Foto: Reinhold Kohl

Fabrizio De André è nato a Genova nel 1940. È scomparso nel 1999. Foto: Reinhold Kohl

Il titolo è circolare, e come le parole dei poeti ha un significato universale: Tu che m’ascolti insegnami. Dori Grezzi lo spiega così: «Fabrizio diceva sempre: “Se vuoi dire cose che abbiano un senso, devi saper ascoltare gli altri”». È il titolo della nuova raccolta di Fabrizio De André, 78 brani rimasterizzati in alta definizione a partire dai nastri analogici originali, quindi non dai file digitali, pubblicata in un cofanetto composto da 4 CD o 4Lp in vinile 180 grammi. Un’opera che serve a restituire in modo completo (e magari a farli arrivare ad una nuova generazione) i temi essenziali della poetica del maestro dei cantautori italiani, universalmente considerato un’enciclopedia culturale. «È la conservazione di un patrimonio che va restituito al futuro» dice Dori Ghezzi, «Perché un’opera d’arte non ci appartiene mai del tutto. Appartiene alla gente». Il mondo del cantante che Fernanda Pivano definiva «La voce di Dio» è stato suddiviso da Dori Ghezzi con grazia e cura in quattro aree tematiche: l’amore e l’universo femminile, la spiritualità e il sogno, la guerra, la pace e il lavoro e l’infanzia, la vita ed oltre. Una chiave per attirare l’ascoltatore e tracciare una mappa per guidarlo nei territori di uno sperimentatore delle sillabe e delle note musicali che riusciva a comunicare con tutti.

Il poeta De André era anche il cantante popolare De André, artista simbolo della natura alta e bassa dell’animo umano, che sintetizzava in immagini potentissime: «Un uomo senza utopia sarebbe un animale mostruoso fatto di istinto e raziocinio, praticamente un cinghiale laureato in matematica pura» come dice in una clip dedicata alla tematica del sogno.

Il pescatore (Official Video) by Fabrizio De André on VEVO.

«Fabrizio non cantava mai in prima persona, il soggetto delle sue canzoni non era mai “io” ed è per questo ci si commuove ascoltandolo» dice Dori Ghezzi, «Si ispirava alle persone e trasformava la realtà in racconto. Per questo infatti non cantava mai di me». L’elemento più importante da trasferire ad un nuovo pubblico è però la presenza fisica di Fabrizio De André, restituita nella purezza della voce in Tu che m’ascolti insegnami («La biodiversità sonora che trasferisce ogni sfumatura, istante dopo istante» come la descrive Stefano Barzan che ha curato il recupero dei nastri originali). De André era un gigante di magnetismo, inquietudine e fascino. Un compito difficile che Luca Marinelli (lo zingaro di Jeeg Robot, protagonista anche di Non essere cattivo di Caligari) si è preso sulle spalle e ha portato a compimento con grande nella fiction Principe Libero girata da Luca Facchini, in onda su Rai Uno a febbraio 2018. Marinelli interpreta gli anni di Genova, della famiglia e degli amici del periodo formativo, il “Faber” di Paolo Villaggio e Luigi Tenco. Nelle immagini di Principe Libero girate nei quartieri della vecchia Genova, da Boccadasse al porto di Albaro, Marinelli è bravissimo nel dare voce e corpo all’uomo dei carrugi che arriva al centro della cultura del suo tempo con la sua arte e il suo spirito libero, la voglia di raccontare la verità della vita e il mistero della morte, e il coraggio di essere contro che cantava nei propri versi.

Una pagina di storia sociale ed artistica italiana che oggi sembra lontana. Ma basta una sola frase di De André in una scena di Principe Libero per riportarla al centro del nostro tempo: «Essere anarchico è darsi delle regole prima che te le diano gli altri».

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