Damon Albarn sui Rolling Stones: «Continuano a fare la stessa cosa, ma sempre peggio» | Rolling Stone Italia
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Damon Albarn sui Rolling Stones: «Continuano a fare la stessa cosa, ma sempre peggio»

Il video di ‘Angry’ è orrendo, l’attrice Sydney Sweeney oggettificata, la presentazione a Hackney insensata: «Non ci può essere gioia in quel che fanno»

Damon Albarn sui Rolling Stones: «Continuano a fare la stessa cosa, ma sempre peggio»

Damon Albarn

Foto: Damien Meyer/AFP via Getty Images

Intervistato dal mensile francese Les Inrockuptibles, Damon Albarn ha parlato dei Rolling Stones e in particolare di Angry, il singolo usato per lanciare l’album Hackney Diamonds.

«Ho ascoltato il loro pezzo nuovo e ho guardato il video orrendo che li mostra sui cartelloni pubblicitari in varie fasi della vita. E quella giovane donna oggettificata. Che roba è?».

E ancora: «Mi piace l’idea di dedicare la vita a una singola cosa, alla ricerca del sublime, ma la verità è che sono peggiorati. Sono peggiorati nell’insistere  a rimanere se stessi. Non lo capisco proprio: fare esattamente la stessa musica, ma peggio. Non ci può essere gioia in quel che fanno».

Non solo. Gli Stones hanno lanciato l’album con una conferenza stampa in diretta video dall’Hackney Empire, un teatro storico del quartiere di Hackney, a Londra. «Mi ha infastidito. La mia famiglia vive ad Hackney e il modo in cui si sono presentati all’Hackney Empire mi ha fatto incazzare. Non hanno mai fatto nulla ad Hackney, non hanno mai suonato lì, non hanno mai contribuito a nulla. Si sono limitati a presentarsi lì. È senza senso».

In quanto a Now and Then dei Beatles, Albarn non pensa che il demo di «John Lennon che canta da solo nel suo appartamento fosse destinato a raggiungere quel livello di esposizione. Ma sai, è una buona opportunità per tutti. Ho sentito che alcune compilation verranno ristampate, quindi potrebbe non essere l’ultima canzone così. È una questione di scala: se ci sono abbastanza persone interessate, potrebbero essere pubblicate centinaia di mie canzoni dopo la mia morte, comprese quelle che non avrei mai voluto pubblicare. Ma è bello sentire la voce di John».

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