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D’Alessandro e Galli rispondono a Paul McCartney: «Sapevate dei voucher»

I promoter degli show cancellati a Napoli e Lucca non indietreggiano. Smentiscono quanto scritto stamattina dallo staff del Beatle e si impegnano ad ampliare l'offerta di concerti per soddisfare chi dovrà usare il voucher

Foto: Shutterstock

La formula di rimborso col voucher «è una misura straordinaria di cui lo staff di Paul McCartney era perfettamente a conoscenza da prima della cancellazione». In un comunicato diffuso oggi i promoter Mimmo D’Alessandro e Adolfo Galli rispondono così al post in cui lo staff di Paul McCartney affermava che la cancellazione dei concerti del musicista previsti a Lucca e Napoli «è stata fatta sul presupposto che a tutti coloro che avevano acquistato un biglietto per gli spettacoli sarebbe stato offerto un rimborso totale del prezzo del biglietto pagato»

In quello stesso post, McCartney in persona aveva definito «scandaloso» il fatto che gli acquirenti dei biglietti ricevano un voucher al posto del rimborso in denaro per i concerti cancellati, invitando gli organizzatori a «fare la cosa giusta». D’Alessandro e Galli però non indietreggiano: il voucher resta. Si impegnano a offrire la più ampia scelta di concerti a chi dovrà spenderlo a seguito di uno show cancellato.

Ecco la risposta integrale di D’Alessandro e Galli: «Abbiamo preso visione delle dichiarazioni di Paul McCartney da lui rilasciate questa mattina. Comprendiamo pienamente l’amarezza dell’Artista che teneva a questi due concerti che avrebbero segnato il suo ritorno in Italia così come comprendiamo il suo dispiacere di fronte al disagio che i suoi fans dovranno sostenere non ricevendo un rimborso diretto bensì in voucher. Questa formula di rimborso è una misura straordinaria di cui lo staff di Paul McCartney era perfettamente a conoscenza da prima della cancellazione e che, come è noto, è stata istituita dal Governo Italiano per far fronte a una crisi senza precedenti che rischiava di dare un colpo fatale all’industria della musica dal vivo e ai circa 400.000 lavoratori che ne fanno parte e che rischiano di non poter lavorare per un anno».

«Crediamo» continua la nota dei promoter «che il Governo abbia identificato nel voucher lo strumento che garantisse il corretto bilanciamento tra la legittima delusione del fan che non potrà assistere ad un determinato concerto e l’esigenza vitale di sostenere l’intera filiera dello spettacolo. Da parte nostra, per ridurre al massimo il disagio degli spettatori, a cui non faremo mai mancare il nostro rispetto, ci siamo già impegnati per il 2021 a recuperare quasi tutti gli spettacoli programmati per il 2020 e stiamo lavorando per aggiungerne altri, per offrire la più ampia scelta a coloro che dovranno spendere il voucher a seguito di un concerto cancellato».

Un mese e mezzo fa, abbiamo spiegato in questo articolo logica, origine e controversie legate al meccanismo dei voucher introdotti da un decreto del presidente del consiglio dei ministri.

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