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Dal «Fuck Putin!» di Damiano al tributo a Charlie Chaplin: guarda la performance dei Måneskin al Coachella

Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan hanno aggredito il palco dell'Empire Polo Club di Indio, in California. Ecco i video

Foto di Frazer Harrison/Getty Images for Coachella

Un dato è certo: la prima volta dei Måneskin al Coachella è stata un successo. Un tripudio di energia, rabbia e spettacolo, tra messe in scena vittoriane, continue rotture della quarta parete e uno spazio importante riservato all’impegno politico: Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan hanno aggredito il palco dell’Empire Polo Club di Indio, in California, con grande consapevolezza.

I tempi in cui l’occhio dello spettatore provava ancora un certo stupore nell’osservare quattro ragazzetti di Roma tracimati da un talent nazional-popolare assurgere alla fama internazionale sembrano ormai lontanissimi: ogni rimasuglio di ingenuità e deferenza è stato riposto nel cassetto dei ricordi, oggi i Måneskin sono più che mai consci del loro status.

I 45 minuti che la band romana ha dato in pasto al pubblico californiano sono soltanto un’ulteriore riprova di questa maturazione: la performance è iniziata con Zitti e buoni, il brano della trasformazione, quel grimaldello che ha consentito alla band di staccare il ticket per la consacrazione internazionale, prima con il trionfo al Festival di Sanremo e poi con il successo all’Eurovision Song Contest – quando puoi permetterti di urlare «Coachella, make some noise!» in maniera perfettamente credibile e senza risultare un esagitato in piena regola, beh, hai svestito definitivamente i panni del wannabe.

C’è stato spazio anche per una cover di Womanizer di Britney Spears («perché noi amiamo molto Britney», ha sottolineato Damiano).

E poi In nome del padre, Mammamia, Beggin‘, I wanna be your dog e I wanna be your slave, di cui hanno inciso una nuova versione con Iggy Pop. In chiusura, We’re gonna dance on gasoline, il brano con cui i Måneskin hanno aderito alla campagna del Global Citizen #StandUpForUkraine in segno di supporto all’Ucraina. L’introduzione al brano è stata un momento catartico: Damiano ha infatti fatto proprie le parole che Charlie Chaplin ha pronunciato ne Il grande dittatoreYou are not machines! You are not cattle! You people, You are men!»), regalando ai 100mila del Coachella una parentesi ad alto tasso di emotività e partecipazione.

Il brano è stato chiuso da un messaggio inequivocabile: «Free Ukraine, fuck Putin».

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Qui, invece, il video dell’esibizione completa:

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