Cremonini: «Quel 1° maggio ero a Imola, Senna non era un eroe, ma un poeta» | Rolling Stone Italia
1994-2024

Cremonini: «Quel 1° maggio ero a Imola, Senna non era un eroe, ma un poeta»

«Perché la morte di un poeta è così diversa da tutte le altre?». Un omaggio ad Ayrton nel trentennale della morte, riascoltando ‘Marmellata #25’

Cremonini: «Quel 1° maggio ero a Imola, Senna non era un eroe, ma un poeta»

Cesare Cremonini

Foto: Leandro Manuel Emede per Rolling Stone Italia

Trent’anni fa, il 1° maggio 1994, Ayrton Senna perdeva la vita dopo uno spaventoso incidente alla curva del Tamburello, sul circuito di Imola. Lo ricorda oggi Cesare Cremonini, raccontando quel che vide e provò quel giorno e l’impatto che ha avuto sulla sua musica.

«Ero a Imola il primo maggio 1994, nella tribuna davanti al rettilineo, insieme a mio padre e mio fratello», scrive Cremonini su Instagram. «Ricordo ogni momento di quella giornata, dalla partenza al mattino presto fino al rombo dell’elicottero che portava Senna verso l’ospedale Maggiore di Bologna. Di quel giorno mi è rimasto dentro il silenzio che ci ha accompagnato fino a casa».

«Perché la morte di un poeta è così diversa da tutte le altre? Non è così quando muore un eroe. Alla morte dei poeti non ci sono favole da tramandare ai posteri, gesta da emulare. Quando muore un poeta quel che resta è qualcosa di profondo e misterioso come succede con le divinità. È questo che ha lasciato Senna, che non era un eroe. Nella letteratura dello sport, Senna è stato un poeta».

«Io sono diventato un po’ più grande quel primo maggio a Imola. Le domeniche non hanno più avuto lo stesso sapore infantile. Di carezze e bisticci. Un po’ di quel silenzio mi è rimasto dentro e qualche anno dopo è diventato musica. “Da quando Senna non corre più non è più domenica”. E non si dimentica».

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